Erodiade: la parola si fa carne rosso sangue

Nel buio della scena, la sua voce si intreccia all’assenza. Parla alla testa mozzata di Giovanni, alla bocca ormai muta che un tempo l’aveva ferita con il rifiuto. Il Battista non c’è più, al suo posto solo un simulacro inerte, un volto che non risponde e che ancora respira nella sua mente. È l’ossessione che non si spegne, la passione che divora e che ora si fa rimorso, vuoto, bestemmia d’amore

Il giorno in cui il muro cadde

Dietro quel muro c’erano loro, le donne che avevano imparato a piegarsi per non spezzarsi. Camminavano a piccoli passi, con il corpo curvo dal peso di troppe mani, di troppe parole che mordevano più dei pugni. Non parlavano di ciò che accadeva, perché non c’era nessuno ad ascoltare. Le avevano chiamate pazze, colpevoli, difficili. A volte si chiamavano così da sole, sussurrandolo al buio.