Nel libro V del suo celebre poema, “De Rerum Natura”, l’autore latino Lucrezio sosteneva che “…in nessun modo la natura delle cose è stata creata in nostro favore dagli dei: di tanti difetti è gravata”. Le parole della letteratura classica sembrano essere molto attuali e ci restituiscono l’essenza del rapporto uomo-natura, pur essendo cronologicamente lontane dai nostri giorni. Nei versi prima citati, il poeta, mentre spiega in modo scientifico i fenomeni naturali, rinnegando qualsiasi intervento divino, rafforza la tesi dell’impotenza degli uomini di fronte a tali calamità.
Quest’ultimo punto é un dato oggettivo di cui tutti dovremmo acquisire consapevolezza e la recente alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna ce lo ha rammentato. A partire da ciò però, all’uomo é affidato il compito di prevenire, o quanto meno limitare, le conseguenze dannose provocate dagli agenti atmosferici.
Le immagini che giungono dal territorio parlano chiaramente: ci mostrano che in molti punti gli argini dei fiumi non hanno trattenuto l’acqua, provocando inondazioni di campi e strade. Vi sono inoltre circa 1000 frane, causate non soltanto dalla natura geologica del territorio ma anche dalle attività umane che spesso sono andate in direzione contraria rispetto alle esigenze ambientali. Non ultima la persistente siccità che ha indurito il suolo e non ha favorito l’assorbimento delle precipitazioni.
É inoltre da precisare che L’Emilia-Romagna, insieme alla Toscana, alla Campania, al Veneto, alla Lombardia e alla Liguria risulta tra le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni secondo quanto emerge dalla rilevazione ISPRA. Proprio per questo é necessario porre in essere politiche di mitigazione del rischio idrogeologico che mirino a proteggere i territori maggiormente interessati.
Nel corso dei precedenti governi tante sono state le misure messe in campo, a partire da ItaliaSicura, l’unità di missione permanente fortemente voluta dai governi Renzi e Gentiloni a seguito dell’alluvione che nel 2014 investì le Marche. Quest’ultimo era un finanziamento pari a circa 9,8 miliardi di euro volto non solo a mettere in sicurezza oltre 9 mila opere, ma anche a semplificare il lungo iter burocratico che portava all’apertura di un cantiere.
L’avvento del governo gialloverde portò il Presidente del Consiglio Conte a chiudere “ItaliaSicura” e a prevedere l’apertura di un nuovo piano di sicurezza, noto come “Proteggi Italia”, con il quale furono stanziati circa 3 miliardi di euro per investimenti finalizzati alla mitigazione del rischio e all’aumento del livello di sicurezza delle strutture e infrastrutture già presenti nelle zone più critiche.
La gravità della situazione e la conta dei danni in aumento giorno dopo giorno ha portato il governo Meloni ad uno stanziamento di circa 2 miliardi di euro, cui seguiranno altri nei prossimi mesi. Un investimento importante, certamente non risolutivo per una regione definita “locomotiva economica” del Paese dalla stessa presidente del Consiglio.
La solidarietà al popolo emiliano é giunta anche dalla presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen giunta nelle aree alluvionate per un sopralluogo insieme alle autorità italiane. La massima autorità dell’UE ha toccato con mano i problemi della popolazione, ha portato il sostengo dell’intera Europa che si stringe intorno all’Emilia Romagna in un periodo di così grande difficoltà e paura.
Il nostro Paese ha dimostrato in molte occasioni di sapersi risollevare dai tanti shock che lo hanno sconvolto e che lo hanno messo a dura prova. L’orgoglio e la tenacia del popolo emiliano saranno importanti in questa fase di ripresa che non coinvolge solo una regione, ma tutto l’Italia. É arrivato il momento di dotarci di infrastrutture di difesa per adattarci al cambiamento climatico, tralasciando i calcoli di probabilità. La sicurezza e la salute vengono prima di tutto.
Foto copertina presa da Pixabay