Nonostante le continue proteste dei francesi contro la riforma delle pensioni, il presidente francese – Emmanuel Macron – ha deciso di promulgare la riforma. Gli scontri e i continui disordini che hanno infiammato la Francia nelle ultime settimane, non hanno scalfito la decisione della Corte Costituzionale che si è espressa a favore dell’aumento dell’età pensionabile. Il via libera dei “saggi” alla riforma ha rimontato la protesta e la rabbia dei francesi. In molte città della Francia si sono creati movimenti spontanei per dire no alla riforma.
L’Eliseo ribadisce l’importanza della riforma: una decisione obbligata in linea con i Paesi dell’Unione Europea. Infatti, l’aumento da 62 a 64 anni dell’età pensionabile è il punto più contestato.
Inutili le richieste dei sindacati che hanno richiesto a Macron di non promulgare la legge, mentre destra e sinistra fanno fronte comune per condannare la riforma. La lotta sulle pensioni continua. Queste le parole di Jean-Luc Mélenchon – leader radicale di gauche – che ha condannato la decisione del Consiglio Costituzionale, mentre Marie Le Pen, leader di destra, ha definito la riforma ingiusta e inutile ribadendo che la sorte della riforma delle pensioni non è decisa.
Attualmente, se paragoniamo il sitema francese a quello italiano, la forbice per andare in pensione tra i due paesi appartenenti all’Unione Europea è molto ampia. Si passa dai 62 anni per la Francia ai 67 anni per l’Italia. Se a questo dato si aggiunge che la popolazione anziana è in aumento, si può comprendere la motivazione che ha spinto Macron a mettere mano al sistema pensionistico francese.
Francia e Italia sono paesi protesi verso un aumento della popolazione anziana. Questo, insieme ad un basso tasso di natalità, causa un aumento della spesa pensionistica che va coperto con la fiscalità generale. In altri termini, l’ammontare dei contributi versati dai lavoratori non è sufficiente a coprire il pagamento delle pensioni. Il problema demografico, soprattutto in Italia, determina un aumento esponenziale del problema. Con una media di 1,3 figli a famiglia, non è possibile garantire un ricambio generazionale e, quindi, garantire una copertura finanziaria per il sistema previdenziale. Non stupisce, quindi, che Francia e Italia siano fra i paesi dell’Ocse con la più alta spesa pensionistica.
La Francia ha un grosso vantaggio rispetto all’Italia in termini di sfida demografica; da un lato grazie ad un tasso di fertilità maggiore rispetto all’Italia, dall’altro dovuto ad una immigrazione più consistente. Questo consente alla Francia di avere un rapporto tra la popolazione anziana e quella in età da lavoro del 37% contro il 40% dell’Italia.
Al di là della decisione di Macron di mettere mano alla riforma delle pensioni, con lo scopo di garantire equilibrio e stabilità al sistema previdenziale francese, resta però un nodo da sciogliere. La classificazione dei mestieri usuranti. Un tema importante per tutelare i lavoratori che svolgono mansioni più logoranti. Lavoratori che dovrebbero essere maggiormente attenzionati e tutelati dalla riforma.