“Il 17 marzo, la caduta del Muro di Berlino, sono tutte date importanti. Ma se ce n’è una che ha fatto noi donne e uomini liberi, quella è il 25 di aprile, la data nella quale le forze della democrazia hanno sconfitto le forze della tirannia, dell’oscurantismo, della violenza, dell’assenza di diritto. Viva la Repubblica Italiana antifascista che ci deve essere cara, carissima al cuore”
Con queste parole Il senatore Ivan Scalfarotto ha concluso, qualche giorno fa, la sua mozione al Senato riguardante le festività del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno, con cui ha sottolineato l’importanza di celebrare tutte le date che hanno portato l’Italia a diventare una nazione e a combattere contro tutti (tutti!) i totalitarismi. Nel suo intervento Scalfarotto ha ricordato la condanna di Vladimir Kara-Murza a 25 anni di prigione nelle carceri di Putin e la situazione dell’attivista Aleksej Naval’nyj, sottolineando l’importanza di combattere i totalitarismi di ieri e di oggi senza tentennamenti.
“è bello e giusto che il nostro paese celebri tutte le date che ci hanno condotto ad essere una Nazione, però penso che qualche volta il provare a diluire una situazione dentro a tante altre situazioni simili faccia perdere di vista l’obiettivo”
Bisogna essere sempre consapevoli del fatto che il Fascismo ha lasciato segni nella carne, nel sangue, nella nostra storia, ovunque ha lasciato segni profondi e indelebili.
Scalfarotto ha poi ricordato che il 17 marzo, la data dell’inizio del Regno d’Italia, è importante perché appartiene alla storia italiana, ma ha anche sottolineato che la stessa famiglia Savoia, che ha portato alla nascita del Regno d’Italia, ha firmato le leggi razziali che hanno macchiato la storia italiana.
“I nostri connazionali hanno combattuto perché il tacco nazista non si sollevasse. Ci sono stati italiani grazie ai quali si è scritta la Costituzione, grazie ai quali anche culture politiche che quella Costituzione non hanno scritto, oggi legittimamente governano questo paese. Ed è per questo che io penso che questa festa debba essere la festa di tutti e debba essere la festa dell’antifascismo, perché il fascismo è il contrario della democrazia, e noi siamo qui perché grazie al cielo in questo paese ha vinto la democrazia”
Il 25 aprile è quindi la festa della liberazione di tutti e per tutti, anche di coloro che tentano – apertamente o velatamente – di sminuirne il valore e il significato.