20 centesimi di euro. Non l’avevo mai guardata con così tanta attenzione e mi rendo conto solo ora che, sul retro della moneta, è impressa Forme uniche della continuità nello spazio, scultura di Umberto Boccioni del 1913. La vedo con attenzione e capisco perché Emiliano Pellisari ne è rimasto folgorato, si percepisce “il moto dinamico di una scultura immobile”.
Futurismo e movimento spazialista sono alla base di Fontana Project, in scena al Teatro Vascello di Roma dal 26 al 30 aprile. Con il suo stile inconfondibile Emiliano Pellisari insieme alla prima ballerina Mariana Porceddu, dà vita ad un progetto dedicato all’inventore dello spazialismo Lucio Fontana, creatore di una nuova estetica fatta di forme luminose attraverso gli spazi, la cui arte è basata sui concetti di movimento, colore, tempo, e spazio. Gli stessi elementi quali l’armonia della danza, i giochi di luci, il corpo che emerge dallo squarcio, i generi che si uniscono senza soluzione di continuità, si ritrovano nella performance suggestiva e visionaria di Pellisari che lascia lo spettatore immerso nell’incanto del sogno creato dai NoGravity e come una promessa d’amore durerà per sempre.
La torre di babele è un esempio antichissimo della pretesa dell’uomo per il dominio dello spazio. La vera conquista dello spazio fatto dall’uomo è il distacco dalla terra, dalla linea d’orizzonte, che per millenni fu la base della sua estetica e proporzione. […]
Il movimento, la proprietà di evoluzione e di sviluppo è la condizione base della materia; questa esiste ormai in movimento e non in altra forma, il suo sviluppo è eterno, il colore ed il suono sono i fenomeni attraverso il cui sviluppo simultaneo s’integra la nuova arte
Lucio Fontana, Manifesto tecnico, 1951
Fontana Project è un omaggio all’immenso Lucio Fontana. Quali sono gli aspetti principali che più ti hanno colpito nella sua arte?
Lo spazio ed il tempo sono gli assi portanti del mio lavoro artistico. Ovviamente il colore, la luce e la materia non sono dei dettagli, però possono diventarlo se puntiamo l’occhio sullo spazio infinitesimo di una capocchia di spillo. In quel punto si nasconde l’essenza della ricerca spazialista: bisogna amare la perfezione astratta di una equazione algebrica per godere delle operazioni infinitesimali. Fontana ha capito che solo sul confine si poteva trovare lo sguardo verso il tutto, conoscere il panorama intero dell’azione artistica fuori dal contesto storico: come pura azione grammaticale, sincronicità pura. I buchi di Fontana sono gli elementi minimi infinitesimali dell’arte, i sintagmi del linguaggio pittorico-scultoreo e i tagli non sono che delle operazioni al limite di linee che si stagliano nello spazio geometrico analitico.
Un’opera che ti ha scosso è stata “Forme uniche della continuità dello spazio” di Boccioni. Perché?
“Forme uniche nella continuità dello spazio” di Boccioni è stata l’opera che più mi ha sconvolto nella mia vita. Avevo 19 anni. Ero a New York. Il futurismo l’avevo conosciuto da giovanissimo, insieme al mio padre putativo e mentore Nanni Filippini alla grande mostra sul Futurismo a Palazzo Grassi di Venezia.
“Ogni volta che l’arte raggiunge una saturazione di staticità, alla corporeità s’aggiunge, o combinandosi o imponendosi, la ricerca del moto”. Cito Longhi per indicare quella che per me fu una intuizione estetica folgorante: percepire il moto dinamico di una scultura immobile. Un paradosso che solo l’arte o il mistico religioso possono offrire (si pensi al concetto di Trinità e a tutta la disputa successiva su Cristo uomo e Dio)
Insieme alla talentuosa ballerina Mariana Porceddu portate in scena questo spettacolo. Su cosa si basa la vostra grammatica spaziale in Fontana Project?
Mariana non è solo una straordinaria danzatrice, è una coreografa e una performer. E’ una coreografa perché ha la capacità di creare ed è una performer perché è capace di trasformare le idee in azione. Insieme nella vita e nell’arte, io e Mariana creiamo arte con lo stesso impulso vitale della procreazione dei nostri figli. La creatività nasce dalla vitalità. In questo caso di Fontana la creatività nasce anche dalla razionalità. La grammatica nasce nel momento che esiste un linguaggio e questo è venuto elaborandosi negli anni lavorando su un percorso artistico coerente nel tempo.
Hai ideato e creato la tecnica NoGravity, quali sono le caratteristiche principali?
Si tratta di una anamorfosi, ovvero della proiezione del piano orizzontale sul piano verticale per mezzo degli specchi. Il movimento dei danzatori a terra appare solo come un ammasso di corpi sudati, un amplesso di corpi tesi nello sforzo atletico. La loro riflessione offre invece l’immagine dell’architettura scultorea di corpi armonici nello spazio perfettamente composto. Tutto questo è possibile gestirlo solo attraverso una grammatica che nasce da un linguaggio originale elaboratosi nel tempo.
Che impressione hai del teatro oggi, sia in Italia che in Europa?
L’arte contemporanea europea è diventata incomprensibile. Il teatro cosiddetto di ricerca mi pare sempre più lontano dalla realtà. La danza contemporanea si avvicina sempre più alla performance museale dove non è più necessario alcun talento. Sul palco vedi gente che si agita senza senso, qualche scena ad effetto, un pizzico di provocazione ed è fatta. Poi c’è il teatro e la danza di tradizione: si tratta di opere museali che hanno un valore storico ma che non appartengono alla nostra vita, alla nostra realtà e come tali sono distanti, non possono avere né valore catartico né estetico. Ovviamente parlando così non mi faccio ben volere…
Le nostre anime possono sottostare allo spazio e al tempo?
Dipende da cosa intende per anima. Kant diceva che la coscienza sottostà solo allo spazio e al tempo: sono i cardini su cui si fonda la realtà, il mondo. Se per anima intende quella cosa misteriosa che abbiamo dentro di noi e che Marsilio Ficino considerava all’origine dell’amore tra gli uomini, allora, forse, l’amore puo’ fare a meno dello spazio e del tempo: lo spettacolo che vedrete è stato creato con amore e sarà eterno.
FONTANA PROJECT
Teatro Vascello dal 26 al 30 aprile
coreografie Emiliano Pellisari e Mariana Porceddu
un progetto Nogravity
Studio su Lucio Fontana
Opera Grammaticale n°1 (grammatica sulla superficie), Opera grammaticale n°2 (grammatica sul corpo)
un progetto di Emiliano Pellisari
Performers Marina/P e Emiliano Pellisari
Light & Sound Marco Visone
Durata: 50′