di Pippo Gallelli
Il governo ultraliberista di Javier Milei torna a far parlare di sé, con una nuova intollerabile e desolante polemica: sulla Gazzetta Ufficiale – come riporta l’ANSA – è stato pubblicato un documento in cui le persone con disabilità cognitive vengono definite con termini come “ritardati”, “idioti”, “imbecilli” e “mentalmente deboli”. Parole che sembrano uscite da un trattato di psichiatria di fine Ottocento, ma che invece fanno parte della nuova normativa adottata per ridefinire i criteri di assegnazione delle pensioni di invalidità.
Sì, avete capito bene: nel nome del “riequilibrio fiscale”, il governo argentino ha pensato bene di rispolverare una vecchia normativa del 1998, evidentemente ritenuta più adatta a giustificare il taglio delle pensioni di invalidità. Non importa se nel frattempo la scienza, la società e il buonsenso siano andati avanti: la macchina della distruzione sociale di Milei non fa prigionieri.
La psichiatra Silvia di Segni, docente dell’Università di Buenos Aires, ha definito la risoluzione “un’aberrante modifica della terminologia scientifica”, denunciandone la totale dissonanza con il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), standard internazionale per la diagnosi dei disturbi psichici. Ma c’è di peggio: con questa scelta lessicale fuori dal tempo e dalla decenza, il governo costringe le famiglie a piegarsi a un linguaggio degradante pur di ottenere i certificati di invalidità per i propri figli.
Le reazioni non si sono fatte attendere: organizzazioni per i diritti civili come l’Associazione civile per l’Eguaglianza e la Giustizia (Acij), la Rete per i diritti delle persone disabili (Redi), il Centro di Studi legali e sociali (Cels) e l’Assemblea permanente per i diritti umani (Apdh) hanno chiesto l’abrogazione immediata del decreto.
Le frontiere del turboultraliberismo con la motosega in mano sembrano fatte per abbattere ogni forma di rispetto: per la persona, per i diritti, per i lavoratori, dei più fragili e persino per le vittimi dei conflitti ( aberrante il video di Trump su Gaza). Se la risposta agli eccessi del politicamente corretto è questa barbarie, allora meglio il politicamente corretto e il rispetto delle persone. Perché le parole sono importanti.