di Alessia Potecchi
Occorre una politica industriale seria, il Governo non sta andando in questa direzione, non ci sono piani e programmi concreti rispetto anche ai passaggi non più rinviabili che dovremo affrontare come la transizione e la decarbonizzazione che vanno affrontate con competenza e lungimiranza. Il futuro industriale va inserito in primis nel contesto europeo e i passaggi che ci attendono devono essere governati portando avanti di pari passo il fattore economico e quello sociale evitando la deindustrializzazione del paese. È un lungo e complesso lavoro ma dobbiamo essere pronti e non arrivare impreparati, la transizione ecologica e digitale sarà una grande opportunità per il nostro paese per riportare al centro dell’agenda politica le politiche industriali e una sfida per l’Italia e per l’Europa per mettere in campo strumenti innovativi per gestire nel modo migliore la ricollocazione dei lavoratori e contenere le perdite occupazionali. Anche questo tema si deve trasformare in una opportunità operativa per fare passi in avanti in settori considerati strategici per l’economia e lo sviluppo del nostro paese, una opportunità che dobbiamo cogliere e non sprecare guardando al futuro con fiducia e operatività. La politica Industriale, anche sul piano nazionale, va fatta procedere di pari passo e in connessione alla risoluzione delle grandi questioni sociali ed ambientali del pianeta: il cambiamento climatico, l’invecchiamento della popolazione, la qualità della vita, lo spostamento della ricchezza globale. Le agevolazioni fiscali e i finanziamenti sul piano nazionale devono essere dati alla condizione che le imprese che ne usufruiscano attuino seriamente il rispetto dei contratti, le norme di sicurezza sul lavoro, la parità di genere e il sostegno ad investimenti ambientalmente sostenibili. È necessaria una nuova complementarità tra intervento pubblico ed iniziativa privata. Fondamentale è la questione delle risorse, l’Europa, come ha affermato anche Draghi, deve rispondere con una sola voce e con grande sinergia, occorre un fondo europeo per la transizione e l’innovazione dell’industria, ammortizzatori sociali europei per sostenere e riqualificare i lavoratori. La politica del Governo non risponde a queste problematiche. La pressione fiscale sulle imprese si è fatta più pesante e i provvedimenti che sono state inseriti nella Manovra di Bilancio non sono efficaci, il programma Transizione 5.0 non è decollato perché le imprese non aderiscono in quanto troppo complesso, vengono drasticamente ridotte le risorse per le politiche industriali a partire dal fondo automotive che era stato istituito dal Governo Draghi e non ci sono provvedimenti seri per contrastare il caro energia che sta mettendo in grande difficoltà le famiglie e le imprese. Abbiamo fatto delle proposte concrete per affrontare questi passaggi : il disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas con la stipula di contratti di lungo termine, gli aiuti alle imprese riducendo gli oneri di sistema e riconoscendo un credito d’imposta straordinario, mettere le risorse di Transizione 5.0 su Transizione 4.0 per potenziare quest’ultima e aiutare le PMI che in Manovra sono state penalizzate, ci vuole un piano concreto nazionale indirizzato verso il settore automotive in linea con quello dell’Europa che ripristini il fondo per aiutare il settore che è tra i più impattati per affrontare la transizione e la decarbonizzazione, che incentivi l’acquisto dei veicoli elettrici e sostenga i progetti di riconversione delle imprese adottando strumenti di carattere innovativo che guardino alle ricadute sociali.
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