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Berlino cancella la conferenza di Francesca Albanese: libertà accademica sotto attacco

di Sylvie Freddi

“Condizioni di una vita che deve essere distrutta. Prospettive legali e forensi sul genocidio di Gaza in corso” era l’evento previsto per il 19 febbraio, che la relatrice speciale delle Nazioni Unite, Francesca Albanese, avrebbe dovuto tenere alla Freie Universität di Berlino.

Una conferenza annullata dal sindaco di Berlino, Kai Wegner, che, in seguito a pressioni – tra cui quelle dell’ambasciatore israeliano in Germania, Ron Prosor – ha accusato la relatrice Albanese di aizzare l’antisemitismo. Molti docenti della Freie Universität hanno difeso Francesca Albanese, ritenendo “molto preoccupante” la cancellazione dell’evento.

È la terza conferenza che le viene cancellata, dopo quella che avrebbe dovuto tenere alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco e quella al parlamento olandese.

Ma chi è questa italiana accusata di antisemitismo? Francesca Albanese è una giurista specializzata in diritto internazionale e diritti umani. Dal 2022 è la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati.

Nel marzo 2024, Albanese ha presentato un rapporto al Consiglio per i diritti umani dell’ONU, accusando Israele di genocidio a Gaza. La sua accusa è rivolta alle azioni politico-militari decise dal governo israeliano, intraprese ignorando i principi del diritto internazionale.

Ma perché, accusando il governo di Israele, Francesca Albanese viene a sua volta accusata di antisemitismo? L’antisemitismo è un terribile pregiudizio, sempre da condannare. Ma se una rappresentante dell’ONU riconosciuta e apprezzata giudica con metodo le azioni di un governo, non è antisemitismo: sta semplicemente svolgendo il lavoro per cui è pagata.

Ed è molto grave che in un’università europea si possa annullare la conferenza di una rappresentante dell’ONU: così facendo, si mina l’autonomia dell’università, l’autorevolezza dell’ONU e la democrazia stessa.

Fonte foto: web