di Pippo Gallelli
Anche a Cosenza, cuore della Calabria, terra di resilienza e sacrificio, si accenderanno i riflettori dello sciopero generale nazionale del 29 novembre, organizzato dai leader sindacali Maurizio Landini (CGIL) e Pierpaolo Bombardieri (UIL). Non sarà una protesta come le altre, ma il grido disperato di chi, pur avendo superato un concorso pubblico, si ritrova a fare i conti con una precarietà senza via d’uscita. Gli idonei al concorso ordinario scuola PNRR 2023 incarnano una delle tante contraddizioni del nostro sistema lavorativo: vincitori senza vittoria, destinati a contratti temporanei o, peggio, alla disoccupazione. Tra loro, in prima linea, ci sono tanti calabresi, figli di una terra che detiene il triste primato di essere la più povera d’Europa in termini di opportunità. Una beffa ulteriore, considerando che la regione è rappresentata politicamente da Roberto Occhiuto, vicepresidente nazionale di Forza Italia, partito di governo che finora non ha saputo o voluto rispondere al grido d’aiuto di questi lavoratori.
Il paradosso di chi supera un concorso e resta precario.
Superare un concorso dovrebbe essere sinonimo di stabilità e futuro. Eppure, per molti ha significato abbandonare le proprie radici, trasferirsi lontano per accettare incarichi provvisori e precari. Contratti “fino ad avente diritto”, graduatorie incomplete e l’ombra di un algoritmo che assegna cattedre a chi, in alcuni casi, non ha superato lo stesso concorso. Il tutto condito dalla beffa di vedere riconosciute abilitazioni ottenute all’estero in modo discutibile. Un paradosso che brucia soprattutto quando si vedono premiati candidati con meno competenze, a volte armati solo di un’esperienza di Servizio civile universale, mentre chi ha studiato e superato le prove rimane a casa o accetta incarichi usa e getta per accumulare punteggio.
Idonei, storie di sacrifici e speranze.
Dietro ogni idoneo c’è una famiglia, una storia di sacrifici e speranze, spesso infrante. A pochi giorni dal Natale, il timore di molti è quello di trovarsi senza lavoro, costretti a rimandare sogni e necessità, in attesa di un riconoscimento che non arriva. Perché ciò che gli idonei chiedono non è un regalo, ma un diritto: la possibilità di lavorare con dignità e stabilità. Lo slogan che accompagnerà la manifestazione parla chiaro: “Ora basta! Idonei e dimenticati: a Natale senza lavoro o con contratti usa e getta, mentre il MERITO viene calpestato. Dignità per chi ha superato il concorso”.
Cosenza, cuore della protesta.
Non è un caso che la Calabria, con Cosenza al centro, sia stata scelta come simbolo di questa lotta. Una terra ferita, ma mai piegata, che oggi ospiterà il racconto di tante vite sospese. Lo sciopero non sarà solo una protesta, ma un appello accorato per riaffermare il valore del merito e del lavoro come strumento di dignità. Mentre i leader sindacali guideranno la mobilitazione, dalle piazze calabresi si alzerà un grido di solidarietà e speranza: perché la precarietà non è solo una condizione lavorativa, ma uno stato d’animo che nessuno merita di vivere.