Nel quadro storico culturale della Basilicata il patrimonio della tradizione popolare e religiosa rappresenta il cuore pulsante della vita passata e futura di questo territorio nonché volano per lo sviluppo turistico. Tutti i borghi, ciascuno con le proprie peculiarità, sono accomunati nell’avere un momento dell’anno di massima rappresentazione ed unione intorno ad un unico sentimento popolare: la festa patronale.
La gran parte dei comuni lucani venera la figura di San Rocco, pellegrino francese invocato per la protezione dalle epidemie, in particolare dalla peste, e dai terremoti, calamità che in epoche passate hanno messo a dura prova questo territorio.
Il mese di agosto é infatti scandito dai festeggiamenti in onore di questo Santo: Tolve, San Giorgio Lucano, Pisticci, Ferrandina e Montescaglioso sono tra questi.
La tradizione di Montescaglioso, ridente località della collina materana, già comune “Gioiello d’Italia” nel 2012, risale al 1684 quando l’Arcivescovo di Matera proclamò Rocco di Montpellier patrono della città. Dalla tradizione medioevale risale invece il culto di Maria SS. Assunta, compatrona della medesima cittadina. I solenni festeggiamenti, organizzati dal comitato cittadino insieme al patrocinio del Comune, della Provincia di Matera e della Regione Basilicata, si sviluppano nei giorni 18, 19 e 20 agosto diversamente da quanto prevede il calendario liturgico che celebra i due Santi nei giorni 15 e 16 del medesimo mese.
Nelledate sopra menzionate, a Montescaglioso, fede e tradizione si abbracciano costituendo il palcoscenico di un evento dove identità culturale e devozione sono valorizzate e diventano ricchezza da preservare e tramandare nei secoli.
Il culmine della festività è il 20 agosto. Il fermento della Città si percepisce sin dalle prime luci dell’alba quando la banda e le campane in festa annunciano la solenne processione di San Rocco prevista per le oreantimeridiane. Il Santo attraversa le vie principali del paese accompagnato dal clero e dalle autorità civili e militari. Il sole cocente agostano non ferma il popolo che, raccolto in preghiera, gli affida i propri sentimenti, i bisogni per l’anno venturo e invoca la sua protezione. Il silenzio é interrotto dal suono delle marce sinfoniche che rendono l’atmosfera ancora più festosa e vivace. Il corteo fa ritorno nella chiesa Madre soltanto nel primo pomeriggio quando il silenzio delle strade, ormai spopolate, preannuncia uno dei momenti più intensi di questo giorno. Non appena l’effige del Santo raggiunge il sagrato del tempio avviene qualcosa di ineffabile, difficile da descrivere. Il tempo sembra fermarsi. Sulle note dell’inno e circondato dalla commozione generale, il Patrono riceve l’omaggio di tantissimi devoti accorsi per vivere questo momento.
Ma il giorno più lungo dell’anno per i montesi prosegue nella serata con un altro rito significativo: la sfilata del carro trionfale, un imponente manufatto in cartapesta sul quale é issata la statua di San Rocco. Sette cavalli trainano il carro lungo le strette e ripide strade della città e, giunto nella piazza principale, le trombe egiziane lo accolgono solennemente con la marcia trionfale dell’Aida.
Degno di menzione e di grande apprezzamento é il Comitato feste patronali, vero motore di questa festa insieme al suo presidente, Don Gabriele Chiruzzi. Il silenzioso e umile lavoro di quanti vi operano é animato e corroborato da una sincera e profonda fede, scevra da ogni forma di fanatismo ed egoismo.
La festa patronale di San Rocco e Maria SS. Assunta in Cielo è parte del patrimonio intangibile della Basilicata, un territorio nel quale il turismo, sopratutto religioso, é la risorsa fondamentale per l’economia locale. A tal proposito, nel mese di agosto, tanti visitatori raggiungono questo posto incantevole e restano stupefatte dal magnifico patrimonio storico culturale che questa realtà possiede.
Il popolo montese attende con trepidazione questo momento. I più grandi tramandano i riti ai più piccoli e questi diventano i veri custodi della festa, coloro che in futuro non dovranno disperdere la memoria storica per non perdere illegamecon quelle radici più profonde che rendono questa comunità un fiore all’occhiello della Basilicata.