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Dazi: crollano le Borse asiatiche, Trump minimizza e rilancia la sfida commerciale

di Pippo Gallelli

Le Borse asiatiche affondano sotto il peso dei nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti, mentre il presidente americano Donald Trump – tra una partita di golf e l’altra – esulta, definendo le misure tariffarie “una medicina necessaria” per correggere gli squilibri commerciali globali. La nuova ondata di tariffe ha colpito duramente i mercati finanziari, alimentando i timori di una recessione globale e intensificando la tensione tra le principali economie mondiali.

L’indice Nikkei 225 di Tokyo è sceso del 6%, mentre Hong Kong ha perso oltre il 10% in una sola seduta, trascinando con sé anche Shenzhen (-10,3%), Shanghai (-7,3%) e Taipei (-9,7%). Pesanti perdite anche per Seoul (-5%), Mumbai (-3,5%) e Singapore (-8,1%). Le vendite hanno coinvolto tutti i settori, dai tecnologici ai minerari, con la Cina che ha risposto imponendo controdazi del 34% sui beni americani.

Nonostante il panico sui mercati, Donald Trump ha minimizzato il crollo, ribadendo che “a volte bisogna prendere delle medicine per guarire”. A bordo dell’Air Force One, ha affermato che “i leader di tutto il mondo stanno morendo dalla voglia di fare un accordo” e ha sostenuto che le sue politiche stanno spingendo i Paesi rivali a sedersi al tavolo delle trattative.

Le reazioni globali: dalla diplomazia al confronto diretto

I contraccolpi della guerra commerciale si fanno sentire anche nelle capitali. Il premier giapponese Shigeru Ishiba ha annunciato un viaggio imminente negli Stati Uniti per chiedere una riduzione dei dazi del 24% imposti sulle esportazioni giapponesi, soprattutto nel settore automobilistico, definendo la decisione americana “estremamente deplorevole”.

Più morbida la reazione di Taiwan. Il presidente William Lai ha escluso misure di ritorsione, annunciando invece l’intenzione di avviare colloqui con Washington e promuovere investimenti congiunti. La Cina, attraverso il vice ministro del Commercio Ling Ji, ha giustificato le proprie contromisure come uno sforzo per “riportare gli Stati Uniti sulla retta via”, pur assicurando che Pechino resta aperta agli investimenti stranieri.

Effetti a catena sui mercati globali

Le tensioni commerciali hanno causato un’ondata di vendite anche fuori dall’Asia. I future statunitensi sono crollati, e si stima che nelle ultime 48 ore siano stati bruciati oltre 5,4 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato. Anche le criptovalute hanno risentito del clima di incertezza: il Bitcoin è sceso sotto i 77.000 dollari, mentre Ethereum è crollato sotto quota 1.550 dollari.

Non va meglio al comparto energetico: il prezzo del petrolio continua a scendere, con il WTI che si attesta a 60,45 dollari al barile (-2,5%). Il gas europeo cede il 5%, scivolando sotto i 35 euro al megawattora. In Europa, lo spread Btp-Bund è salito a 128 punti, segnando il massimo da novembre.

Con i mercati in subbuglio e le principali potenze economiche sul piede di guerra, si apre una settimana ad alta tensione per l’economia globale. Mentre Trump si mostra determinato a portare avanti la sua linea dura, resta da vedere se le pressioni internazionali e i contraccolpi economici costringeranno Washington – e i suoi interlocutori – a tornare su posizioni più concilianti.