Mondo

Tra guerre e furti di Stato, è veramente il mondo al contrario

di Michele Petrocelli

Questa sera e precisamente alle 22, ora italiana, mister T, il presidente Trump, darà l’annuncio, Urbis et Orbi, dei tanto discussi dazi. E finalmente capiremo, prima di tutto, di che morte moriremo, poi di che pasta sono fatti i nostri governanti in ambito nazionale ed europeo. Detto questo, restiamo in attesa… Dall’altra parte del mondo, verso il Sol Levante, il mandarino Xi, fa le prove generali, con armi vere, di invasione dell’isola di Taiwan. Restiamo in attesa anche in questo caso… Tornando alle latitudini nostrane, a Nord-Est del vecchio continente, il signor Putin non ne vuole proprio sapere di fermare i bombardamenti sulla martoriata Ucraina, alla faccia di proposte di tregua, provenienti dall’amico T.

A Sud, sull’altra sponda del Mediterraneo, la tanto ammirata democrazia israeliana, continua incessantemente a devastare con armi senza pari, i territori libanesi, della Cisgiordania e, soprattutto, della striscia di Gaza che ormai è ridotta a un ammasso di macerie. E l’Italia, l’Europa, e altri niente, zitti, nessuna parola è data. Se non che, da Bruxelles le soluzioni che arrivano sono quelle di riarmi sfrenati, spese pazze autorizzate per riarmare gli Stati del vecchio continente. Ma, ci chiediamo, a chi giova tutto questo? Facendo due ragionamenti ma, proprio due e molto lineari, ci sembra che a trarne vantaggio saranno, come sempre gli Stati Uniti. Si, perché, se è vero che qualcosa, in termini di industria delle armi c’è anche in Europa, la maggior parte della produzione bellica mondiale, si trova proprio negli USA. E allora, facciamo tutto questo per far desistere mister T e i suoi accoliti dal chiamarci ancora parassiti e, magari dall’attenuare le misure economiche vessatorie che, come accennato in precedenza entreranno in vigore da questa sera? Oppure accogliamo tali misure perché chi ci governa (Italia-Europa) ha altri obiettivi, non evolutivi per la popolazione ma solo utili a favore di qualcuno? Propendiamo per la seconda ipotesi senza tralasciare la prima. Se solo pensiamo ai fatti di casa nostra dove ci ritroviamo con un ministro della Difesa, decisamente agganciato all’industria delle armi, a conti fatti il risultato è palese…

Ma tant’è. Altra questione che ci sembra di rilevare, sorge alla luce della sentenza francese nei confronti di Marine Le Pen. Nello specifico, non è la decisione giudiziale la faccenda che ci interessa, quanto la reazione alla sentenza stessa. E sembra che sia diventato lo sport nazional-europeo lamentarsi delle sentenze dei giudici. Senza andare a menzionare le italiche vicende di vittimismo sfrenato con parti importanti del governo che ha ormai aperto una faida a tutti gli effetti con la categoria della magistratura che, lo ricordiamo, è pur sempre uno dei tre poteri che garantiscono la democrazia nella nostra giovane Repubblica, ora, anche i francesi, quelli della parte nazional-fascista, hanno appreso dai “nostri” come comportarsi. Certo che, ribellarsi a una sentenza che riguarda l’appropriazione indebita e la distrazione di 3 milioni di euro per la Le Pen ci pare quantomeno inopportuno. Non ne parliamo poi, se guardiamo in casa nostra, se a sparire sono ben 49 milioni di euro. Ministro Salvini ne sa qualcosa?