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Kristi Noem e i migranti in gabbia come trofei: un altro passo verso il baratro

di Pippo Gallelli

La recente visita della segretaria alla Sicurezza Interna degli Stati Uniti, Kristi Noem, al centro di detenzione per terroristi (CECOT) di El Salvador ha sollevato un’ondata di indignazione e sconcerto a livello internazionale. In un video diffuso sui social media, Noem appare davanti a una cella sovraffollata di detenuti seminudi, dichiarando con tono trionfante: “Se vieni nel nostro Paese illegalmente, questa è una delle conseguenze che potresti affrontare”.

Questa messa in scena rappresenta un atto di disumanità inaudita, soprattutto considerando il ruolo di Noem come rappresentante di una nazione che si autoproclama baluardo della democrazia e dei diritti umani. Utilizzare esseri umani come sfondo per una propaganda politica è un gesto che calpesta la dignità delle persone coinvolte e mina i principi fondamentali su cui si basa una società civile.

Organizzazioni per i diritti umani hanno condannato fermamente l’azione di Noem, definendola “teatro politico” e accusando l’amministrazione di sfruttare la paura per giustificare politiche migratorie draconiane. La decisione di deportare migranti venezuelani in una prigione nota per le sue condizioni brutali, senza un giusto processo, rappresenta una violazione flagrante dei diritti fondamentali e un pericoloso precedente nella gestione delle politiche migratorie.

L’America, una volta vista come terra di opportunità e rifugio per gli oppressi, rischia ora di precipitare in un baratro morale senza ritorno. L’adozione di misure così estreme e la spettacolarizzazione della sofferenza umana non solo disonorano la reputazione del Paese, ma erodono anche i valori di compassione e giustizia che dovrebbero guidare una vera democrazia.

Sarebbe auspicale che la comunità internazionale e i cittadini statunitensi alzino la voce contro tali atti di barbarie istituzionalizzata. La storia ha già mostrato quali conseguenze possono derivare dall’indifferenza e dalla normalizzazione della disumanità. Non possiamo permettere che la dignità umana venga sacrificata sull’altare della politica del terrore e della propaganda.

Fonte foto: web