Di Michele Petrocelli
Archiviato il Sei Nazioni 2025 con la prevedibile vittoria dei galletti francesi, oggi la squadra neanche tanto più in forma ma, più fisicamente e mentalmente solida, la nostra nazionale ha fatto vedere di tutto. Cinque incontri tra luci e ombre con, per fortuna, qualche conferma. Non bisogna fermarsi a giudicare le quattro sconfitte e una sola vittoria, quella su un Galles ancora giovane e in fase sperimentale ma, è necessario analizzare tutte le partite dei ragazzi guidati da Gonzalo Quesada. A principiare dal primo match, quello di Murrefyeld (Edimburgo) dove i nostri hanno tenuto testa a una Scozia in grande crescita che ha dato filo da torcere a tutti, per tutto il torneo.
I numeri finali non sono rappresentativi del buon gioco che il quindici azzurro ha prodotto e fatto vedere dal 31 gennaio al quindici marzo 2025. La vittoria sul Galles a ben vedere non è stata la migliore prestazione degli azzurri in campo e dopo il successivo e brutto ko, in casa, con la Francia, l’Italia del rugby, pur uscendo sconfitta per altre due volte, con Inghilterra, squadra mai battuta nella storia e Irlanda, ha evidenziato netti miglioramenti di gioco in tutti i settori del complesso mondo della palla ovale. In particolare all’ultimo, attesissimo match, con l’Irlanda, si è vista un Italia competitiva, attenta, concentrata e reattiva rischiando di andare fare lo sgambetto alla squadra numero 3 al mondo. Non sarebbe stato impossibile e per quanto si è visto proprio nell’ultimo incontro dell’Olimpico di Roma, c’è solo da progredire. La strada è quella giusta: i ragazzi del rugby azzurro sono giovani è hanno voglia di dimostrare che non sono dame a nessuno; il direttore d’orchestra, l’argentino Quesada è l’uomo giusto per riportate l’Italia tra le prime dieci squadre più forti al mondo.