Cultura

“No Other Land”: un documentario che scuote le coscienze e sogna l’Oscar

di Pippo Gallelli

“No Other Land”, documentario diretto dal collettivo israelo-palestinese composto da Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor, si è affermato come uno dei film più interessanti e coinvolgenti dell’anno. Vincitore del Premio per il Miglior Documentario alla Berlinale 2024, il film narra la resistenza delle comunità palestinesi di Masafer Yatta, nel sud della Cisgiordania, di fronte agli sfratti e alle demolizioni imposte dall’esercito israeliano. Girato nell’arco di cinque anni, la pellicola segue in particolare l’attivista palestinese Basel Adra e il giornalista israeliano Yuval Abraham, offrendo uno sguardo intenso sulle disuguaglianze che caratterizzano la vita nei territori occupati.
Con una narrazione diretta e priva di filtri, “No Other Land” restituisce voce agli abitanti di Masafer Yatta, testimoniando la loro resilienza e determinazione. La sua presentazione ha acceso un vivace dibattito, ulteriormente alimentato dai discorsi pronunciati dai registi durante la Berlinale. Basel Adra ha lanciato un appello contro la vendita di armi a Israele, mentre Yuval Abraham ha evidenziato la disparità di diritti tra israeliani e palestinesi, dichiarando:
“Io vivo sotto la legge civile – ha affermato Abraham – Basel sotto la legge marziale. Io ho il diritto di voto, lui no. Io posso viaggiare liberamente, mentre lui è confinato nei territori occupati. Questa disuguaglianza deve finire.”
Tali dichiarazioni hanno suscitato reazioni polemiche in Germania, con il sindaco di Berlino, Kai Wegner, che le ha definito un’inaccettabile relativizzazione.
Nonostante le controversie, “No Other Land” ha ottenuto un ampio consenso sia da parte del pubblico che della critica, venendo definito da molti come un “atto di resistenza cinematografica”. Il film è stato elogiato per la sua rappresentazione diretta e potente della distruzione dei villaggi palestinesi in Cisgiordania. Diversi critici hanno definito il documentario “un gesto di attivismo che mette in evidenza la lotta per i diritti umani e la libertà”, sottolineando il coraggio dei registi nel raccontare una realtà complessa e dolorosa.
La forza narrativa e l’impatto emotivo de “No Other Land” gli hanno garantito anche una candidatura agli Oscar 2025 nella categoria Miglior Documentario, confermandone la rilevanza nel panorama cinematografico internazionale. Oltre alle discussioni e alle polemiche, il film rappresenta un invito alla riflessione, ponendo al centro della scena le storie di chi vive quotidianamente la complessità del conflitto, offrendo uno spaccato umano e intenso di una realtà troppo spesso trascurata.
“No Other Land” si distingue così non solo per il suo valore artistico e documentaristico, ma anche per il suo impegno civile nel dare voce a chi è ai margini di un conflitto che continua a segnare dolorosamente il destino di intere comunità.