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Putin “best friend” di Trump o di Xi Jinping?

di Sylvie Freddi

Ieri in Sudafrica durante il G20 il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha incontrato l’omologo russo Sergej Lavrov e, malgrado abbia augurato una pace imminente in Ucraina, ha ribadito «a dispetto dei cambiamenti nel panorama internazionale, le fondamenta dell’amicizia tra Cina e Russia restano indistruttibili». La frase è certamente rivolta a Trump, così la Cina fa sapere che il probabile progetto americano di isolarla sottraendole l’alleanza russa non funziona.

Ma, in questi nuovi e repentini cambiamenti geopolitici che stanno scuotendo il mondo, tutto è molto incerto.

L’America di Trump ha rovesciato brutalmente i suoi rapporti con l’estero e la nuova gestione del territorio americano è così radicale che rischia un tracollo delle problematiche sociali.

L’Europa è destabilizzata, frammentata, economicamente fragile e ha perso il suo prestigio internazionale.

La Russia di Putin pur ovviamente felice della nuova situazione, sta subendo un’importante crisi economica. Comunque l’inversione di rotta nei suoi confronti da parte USA, che da paese demonizzato come il più grande nemico di sempre dell’occidente, oggi viene conteso come “best friend” tra America e Cina, lo rende un importante interlocutore nella scacchiera mondiale.

Ma l’amministrazione di Donald Trump sta puntando anche a stringere forti alleanze con l’India del primo ministro Narendra Modi, sempre nel tentativo di isolare la Cina, proponendo speciali accordi economici.

La velocità di questo nuovo approccio americano geopolitico rischia di scontrarsi con le realtà socio-politiche dei vari paesi a dispetto degli accordi presi ai vertici.

Quindi, l’India che per anni ha seguito una politica estera anti-imperialista, anti-colonialista, in così poco tempo come digerisce l’idea di diventare un importante partner dell’America?

E i russi, che in tutti i film hollywudiani sono sempre stati rappresentati come i grandi antagonisti, i veri cattivi, saranno contenti di diventare i “best friend” degli americani?

E l’Europa come supererà il trauma di non avere più un’America che la protegge?

Fonte foto: web