Società

La Toscana approva la legge sul suicidio medicalmente assistito: primo caso in Italia

di Pippo Gallelli

La Toscana diventa la prima regione italiana a garantire tempi e procedure certe per l’accesso al suicidio medicalmente assistito. Dopo un lungo dibattito, il Consiglio regionale ha approvato la legge di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni, già presentata in diverse regioni ma finora mai arrivata all’approvazione. Il testo ha ottenuto il via libera con i voti favorevoli del Partito Democratico, Italia Viva, Movimento 5 Stelle e Gruppo Misto, mentre la consigliera Dem Lucia De Robertis si è astenuta.

L’aula ha assistito a momenti di grande emozione al momento della votazione finale, con abbracci e lacrime tra i rappresentanti dell’Associazione Coscioni, che da anni si battono per una regolamentazione chiara in materia di fine vita. La segretaria dell’associazione, Filomena Gallo, ha definito il provvedimento “una legge di civiltà”, ricordando come molti malati abbiano dovuto attendere mesi o anni per una risposta, tra sofferenze irreversibili e incertezze burocratiche.

Non sono mancate le critiche, in particolare da parte di Pro Vita e delle forze politiche di centrodestra. Fratelli d’Italia ha contestato la costituzionalità della norma, mentre il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, l’ha definita “una grave forzatura”. Anche all’interno del Partito Democratico si è levata qualche voce contraria, come quella di Paolo Ciani, che ha messo in discussione la scelta di affidare a una Regione un tema di tale rilevanza nazionale.

La legge, nata da una raccolta di oltre diecimila firme, è stata modificata in aula con una serie di emendamenti per renderla procedimentalmente più solida, nel rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale. Il testo stabilisce che la commissione multidisciplinare incaricata della verifica dei requisiti del paziente concluda il proprio lavoro entro venti giorni dalla richiesta. Se l’esito è positivo, l’azienda sanitaria deve predisporre il supporto farmacologico e tecnico entro altri dieci giorni, assicurando la gratuità delle prestazioni. La Regione ha stanziato un fondo annuale di diecimila euro per tre anni per coprire i costi di attuazione della norma.

Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha sottolineato come la Toscana abbia lanciato “un segnale forte” al legislatore nazionale, auspicando che il Parlamento affronti finalmente la questione con una legge organica. Il tema del fine vita, infatti, è stato discusso in quindici regioni italiane, ma in molte il processo si è arenato prima di arrivare in aula.

La decisione del Consiglio regionale toscano si inserisce in un contesto giuridico già segnato dalle sentenze della Corte Costituzionale, che hanno chiarito come il suicidio assistito sia legale in Italia a precise condizioni. Tuttavia, in assenza di una normativa nazionale, le Aziende sanitarie locali si sono finora mosse in ordine sparso, generando disomogeneità e incertezze. La nuova legge toscana introduce una disciplina chiara e uniforme, garantendo ai malati un percorso definito e senza ulteriori ostacoli burocratici.

Le reazioni rimangono fortemente divise. L’Associazione Coscioni ha annunciato l’intenzione di promuovere l’approvazione della legge in altre regioni, mentre il mondo cattolico, attraverso le parole del cardinale Paolo Augusto Lojudice, ha definito il provvedimento “una sconfitta per tutti”. Nel frattempo, il dibattito politico si sposta sul piano nazionale, con il governo che potrebbe impugnare la norma. La Toscana, però, ha già scritto una pagina importante nella storia del diritto italiano.