di Pippo Gallelli
Il primo atto dell’amministrazione guidata da Donald Trump potrebbe essere il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una possibilità che sta generando allarme a livello globale. Secondo quanto rivelato dal Financial Times, il team per la transizione di Trump starebbe spingendo affinché questa decisione venga formalizzata già dal primo giorno della nuova amministrazione, se dovesse tornare al potere.
La notizia segue le controversie del 2020, quando Trump aveva avviato il processo per uscire dall’OMS, accusando l’agenzia di essere sotto il controllo della Cina e criticandone la gestione della pandemia di COVID-19. La decisione era stata poi revocata da Joe Biden, che aveva ricucito i rapporti e ristabilito il ruolo degli Stati Uniti come principale finanziatore e partner dell’OMS. Tuttavia, il ritorno a questa linea politica isolazionista è sostenuto da figure di spicco del possibile nuovo governo Trump, tra cui il prossimo titolare per la Sanità, Robert F. Kennedy Jr.
Kennedy Jr., noto per le sue posizioni controverse e anti-scientifiche, ha in passato collegato, senza prove, i vaccini all’autismo, negato il legame tra HIV e AIDS, e suggerito che il coronavirus avrebbe preso di mira o risparmiato alcuni gruppi etnici. Questo approccio ha suscitato forte preoccupazione nella comunità medica e scientifica, in quanto rappresenta una minaccia alla credibilità delle politiche sanitarie statunitensi e globali.
Gli esperti avvertono che un eventuale ritiro degli Stati Uniti avrebbe un impatto “catastrofico” sulla salute globale. Gli Stati Uniti rappresentano una delle principali fonti di finanziamento per l’OMS e un passo simile potrebbe danneggiare gravemente la capacità dell’organizzazione di rispondere a crisi di sanità pubblica, come le pandemie, e di sostenere programmi vitali per la lotta a malattie come la malaria e la tubercolosi. La decisione rischia anche di compromettere il ruolo di leadership degli Stati Uniti nelle istituzioni internazionali, lasciando spazio ad altre potenze, come la Cina, per rafforzare la loro influenza.
A livello interno, questa scelta potrebbe alimentare ulteriormente il dibattito sull’importanza della cooperazione internazionale in un’epoca di sfide globali sempre più complesse. La comunità scientifica e i leader politici più moderati auspicano che la retorica contro l’OMS non si traduca in azioni concrete, per evitare di infliggere un danno irreparabile alla salute globale.