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Germania: l’onnipresente Musk si schiera con l’estrema destra

di Pippo Gallelli

Il tragico attentato a Magdeburgo ha scosso profondamente la Germania e l’Europa, innescando come effetto collaterale una raffica di polemiche che hanno travolto il panorama politico europeo. L’autore dell’attacco – come riportano i media – è uno psichiatra saudita naturalizzato tedesco, noto per le sue visioni radicali, sostenitore dichiarato dell’AfD e ammiratore di Elon Musk.

Proprio in questo contesto, l’ennesima incursione sulla politica europea del fondatore di Tesla e proprietario di X ha creato nuove tensioni. Un tweet perentorio, “Solo l’AfD può salvare la Germania”, firmato Musk, si è inserito come un macigno nel dibattito politico europeo, accendendo i riflettori sul ruolo delle grandi piattaforme social. L’AfD, lo ricordiamo, è un movimento di destra radicale noto per le sue posizioni nazionaliste e anti-immigrazione.

Non è la prima volta che Musk si esprime in modo controverso: solo poche settimane fa aveva definito Olaf Scholz “un idiota”. Ora, con il suo schieramento a favore dell’ultradestra tedesca, ha alimentato una controversia che si estende oltre i confini nazionali, attirando critiche anche da parte dell’Unione Europea. Il cancelliere uscente Scholz ha risposto sottolineando che, sebbene la libertà di parola debba valere per tutti, inclusi i miliardari, le dichiarazioni di Musk sono “errate” e prive di fondamento politico.

Un’opinione condivisa da gran parte dello spettro democratico tedesco, dalla Cdu di Friedrich Merz ai Verdi, passando per l’Spd e i liberali dell’Fdp. Alice Weidel, leader dell’AfD, è stata invece l’unica a esultare, definendo il tweet di Musk una conferma del ruolo del suo partito come “vera alternativa per la Germania”. Musk ha accompagnato il suo messaggio con un video di Naomi Seibt, autoproclamata anti-Greta Thunberg, nota per le sue posizioni scettiche sui cambiamenti climatici. Nel video, Seibt critica Merz per la sua indisponibilità a collaborare con l’AfD e per un presunto atteggiamento ostile verso le politiche libertarie.

Merz, impegnato nella sua campagna elettorale, ha scelto di non replicare direttamente, affidandosi ai sondaggi che lo vedono in vantaggio con il 33% dei consensi. Tuttavia, i colleghi del suo partito al Parlamento europeo non hanno esitato a denunciare il tweet come una “ingerenza”, accusando Musk di minare i valori democratici.

A Bruxelles, le dichiarazioni di Musk e il caso di Magdeburgo hanno suscitato timori crescenti. Le interferenze dei giganti tecnologici nei processi elettorali europei sono ormai sotto la lente d’ingrandimento, come dimostra il recente caso romeno, dove TikTok è stato accusato di manipolazione elettorale. I Verdi tedeschi hanno chiesto un intervento deciso della Commissione europea per applicare rigorosamente il Digital Services Act (Dsa), prevenendo l’uso distorto delle piattaforme da parte di attori influenti.

L’endorsement di Musk all’AfD e il profilo dell’attentatore di Magdeburgo sollevano una domanda cruciale: dove finisce la libertà di espressione e dove inizia la legittimazione di ideologie pericolose? Con le elezioni tedesche fissate per il 23 febbraio, l’ombra di Musk si allunga sul panorama politico, lasciando interrogativi sul futuro della democrazia europea e sul ruolo delle piattaforme social nel plasmarlo.