di Pippo Gallelli
La giornata di sabato 7 dicembre 2024 sarà ricordata come una delle più drammatiche per la scuola italiana. Il governo guidato da Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani ha approvato una misura che ha portato al licenziamento di migliaia di docenti risultati idonei al concorso PNRR 2024, nonostante le loro eccellenti performance.
Questi insegnanti, distintisi con valutazioni eccezionali alle prove scritte e orali – spesso con punteggi di 8, 9 e 10 – sono stati superati da colleghi che, pur avendo raggiunto a malapena la sufficienza, hanno potuto beneficiare di criteri di riserva. Il governo, infatti, ha destinato il 50% dei posti disponibili a categorie protette, riducendo drasticamente le opportunità per i candidati più meritevoli. Una scelta che ha penalizzato docenti qualificati, spesso in possesso di titoli come il certificato CLIL e la certificazione C1 in lingua straniera, ottenuti con anni di impegno e sacrifici.
Il risultato è un sistema che ignora competenze e preparazione, preferendo logiche di selezione che lasciano perplessi. Francesca Gabriele, giornalista cosentina e fondatrice della pagina Facebook Idonei e vincitori concorso 2023, ha denunciato con forza questa vicenda, amplificandola sia attraverso i media tradizionali sia sui social network. Su TikTok i suoi video hanno raccolto oltre 6mila visualizzazioni e centinaia di commenti, testimoniando l’indignazione di una comunità di docenti che si sente tradita.
Tra le voci raccolte emergono storie di profondo disagio. Luigi, da Milano, dichiara: “Lavoro con un contratto ‘fino ad avente diritto’. Questa clausola mi tiene sospeso. Ora che la seconda fase delle assunzioni è terminata, aspetto solo di essere mandato a casa.” Stefania, residente a Siracusa e trasferitasi in Lombardia per lavorare, racconta: “Il mio contratto sta per scadere, così come l’affitto. Non so se potrò permettermi di risalire.” Andrea, con il massimo dei voti, denuncia: “Colleghi promossi con la sufficienza sono di ruolo. Io, invece, sono senza lavoro.” E Sonia, amareggiata, esclama: “Con 109 all’orale e 92 allo scritto, non ho ottenuto il ruolo. Cos’altro avrei dovuto fare?”
A queste storie si somma l’assordante silenzio del governo. L’ordine del giorno della senatrice Bucalo, che prometteva una soluzione per gli idonei, si è rivelato una beffa. La mancata abilitazione e l’esclusione da qualsiasi incarico per l’anno scolastico rappresentano un’ingiustizia che non può passare inosservata.
Come è possibile che chi ha dimostrato eccellenza venga messo da parte in favore di chi si è limitato alla sufficienza? Questa scelta non solo calpesta il merito, ma compromette la qualità dell’istruzione pubblica.
Francesca Gabriele conclude il suo appello con parole forti e decise: “Chiedo l’intervento del presidente Mattarella. Gli idonei devono essere inseriti nelle graduatorie di merito, con diritto all’abilitazione secondo criteri equi e uniformi. È inaccettabile che vengano abilitati tutti tranne noi. La politica di centrodestra deve assumersi la responsabilità di porre rimedio a questo scempio. Il merito non può essere sacrificato sull’altare delle riserve.”
Un grido d’allarme che non può restare inascoltato, per il futuro della scuola e delle nuove generazioni.