Società

Scuola: cresce la protesta degli idonei al concorso PNRR, l’ingiustizia che indigna

di Pippo Gallelli

Proteste crescenti per il Concorso Ordinario PNRR 2023/2024: gli idonei denunciano gravi ingiustizie

Crescono sentimenti di indignazione e protesta tra i partecipanti al Concorso Ordinario 2023/2024, noto come concorso PNRR. Dopo aver superato le complesse prove selettive, gli idonei si trovano in una situazione paradossale: è come se non avessero mai partecipato al concorso. Una vicenda che sta suscitando clamore e che i diretti interessati intendono denunciare con forza, portando all’attenzione pubblica quella che considerano un’evidente ingiustizia.

In queste ore è giunta alla stampa una nota del gruppo Idonei Esclusi PNRR 2023 del Nord-Est, che esprime un malcontento condiviso da molti colleghi in tutta Italia, uniti in una protesta nazionale contro le modalità di gestione del concorso e le decisioni istituzionali.

«Abbiamo superato tutte le prove di un concorso pubblico – si legge nella nota – per poi trovarci nella condizione di chi non ha mai partecipato. Come è possibile che una commissione ci abbia ritenuti idonei all’insegnamento, e ora siamo costretti a ripetere le stesse prove in un secondo concorso? Cosa dobbiamo dimostrare ancora?».

Gli idonei lamentano la mancata pubblicazione di una graduatoria trasparente e il rifiuto di adottare un sistema a scorrimento che consenta la stabilizzazione di migliaia di precari, oltre al raggiungimento dei target assunzionali previsti dal PNRR. Questa scelta, secondo i partecipanti, non solo penalizza chi ha superato le prove, ma costituisce una vera e propria beffa, aggravata dalla mancata attribuzione dell’abilitazione. Quest’ultima, invece, viene concessa tramite percorsi agevolati online per altri soggetti già specializzati o abilitati.

Inoltre, denunciano il rischio concreto che, senza abilitazione, molti idonei non vincitori si trovino esclusi non solo dalle assunzioni, ma persino dalle graduatorie per le supplenze. «È assurdo che chi ha meno di tre anni di servizio, pur avendo superato un concorso, rischi di non poter più lavorare nella scuola», sottolineano.

Un ulteriore elemento di forte polemica è rappresentato dalla riserva del 15% dei posti nei concorsi per chi ha svolto il Servizio Civile Universale. Pur riconoscendo il valore sociale di questa esperienza, gli idonei ritengono che tale corsia preferenziale sia priva di legittimità nei concorsi per l’insegnamento. «Essere un buon insegnante richiede preparazione, competenza pedagogica e capacità relazionale, non esperienze extracurricolari che, pur lodevoli, non sono collegate al ruolo».

Gli idonei concludono con un appello: «Questa situazione rappresenta una pagina vergognosa per il sistema educativo italiano, che rischia di distruggere la dignità di migliaia di docenti mossi dalla passione per il loro lavoro e per il futuro delle giovani generazioni».

L’auspicio, ribadiscono, è che il Ministero dell’Istruzione e le istituzioni competenti intervengano per correggere questa stortura che, a loro avviso, svilisce il merito e penalizza chi dovrebbe essere valorizzato per il proprio impegno.