Cultura

Quando Rodari scriveva da Diamante: frammenti di memoria di un gigante della letteratura

di Pippo Gallelli

Gianni Rodari, gigante della letteratura per l’infanzia, trascorse le sue vacanze estive a Diamante nei primi anni ’70. La sua presenza è attestata nel libro, curato da Stefano Bartezzaghi, “Lettere a don Julio Einaudi, Hidalgo Editorial e ad altri queridos amigos” (Einaudi 2008), che include una lettera datata 27 luglio 1971, scritta e spedita proprio da questa meravigliosa (scusatemi, sono di parte) località della costa tirrenica cosentina.

Ho cercato di ricostruire i giorni trascorsi da Rodari a Diamante, un’impresa non semplice, che si dipana tra frammenti di memoria e poche testimonianze dirette. Tra queste spicca il ricordo di Maurizio Sollazzo, all’epoca bambino, la cui famiglia ospitò Rodari in affitto, nella zona della Riviera Bleu. Maurizio descrive lo scrittore come una persona gentile e particolarmente affettuosa con i suoi cari, che amava passeggiare di sera, e rivolgersi ai presenti incantato dalla luce della luna e dalla serenità del borgo. Anche Paola Rodari, figlia dell’autore, ha condiviso un frammento di memoria legato a quel periodo. In uno scambio di email, che ho avuto il privilegio di intrattenere con lei, ha raccontato di essere troppo piccola all’epoca per conservare ricordi dettagliati, ma ha evocato con dolcezza l’immagine del mare cristallino e dei ricci sugli scogli, simboli di una natura ancora autentica e suggestiva.

Questi ricordi, riflessi anche nella lettera di Rodari, rimandano a una Diamante ancora lontana dal turismo di massa, un luogo di fascino esclusivo riservato ai pochi vacanzieri che la sceglievano, fatto di suggestioni autentiche e intime.

Il libro Lettere a don Julio Einaudi, pubblicato postumo, raccoglie una selezione di lettere inviate da Rodari a Giulio Einaudi, l’editore che fu suo interlocutore privilegiato. Scritte tra gli anni Cinquanta e Settanta, queste missive riflettono la personalità brillante dello scrittore, caratterizzata da arguzia, creatività e un umorismo irresistibile. Rodari si rivolgeva a Einaudi con toni scherzosi e affettuosi, usando appellativi come “don Julio” o “marqués de via Blancamano” e trasformando le lettere in veri e propri esercizi di stile. Tra i temi ricorrenti emergono la sua passione per l’innovazione narrativa, la capacità di coniugare fantasia e realtà, e i progetti di opere destinate a diventare classici, come Favole al telefono e Grammatica della fantasia.

Queste lettere offrono un ritratto intimo di un autore che non smetteva mai di esplorare nuove frontiere della scrittura, anche durante i suoi momenti di vacanza, come quelli trascorsi a Diamante.

Da questo articolo vorrei lanciare un appello per recuperare ulteriori tracce di questa presenza. Documenti, fotografie o semplici aneddoti potrebbero contribuire a ricomporre il mosaico di questa storia. L’obiettivo è restituire a Diamante un legame culturale che, seppur fugace, merita di essere riconosciuto e celebrato.

Un legame che appartiene a un territorio visto che Rodari trascorse le sue vacanze anche a Praia a Mare, un’altra splendida località del comprensorio. Mi commuove pensare che anche un piccolo frammento della sua opera possa essere stato ispirato da Diamante e da questo territorio. Mi emoziona immaginarlo mentre passeggia al chiaro di luna, incantato dai colori e dalle atmosfere che sento così profondamente mie e che appartengono a chiunque ami questi luoghi. Un’emozione che merita di essere condivisa, custodita e tramandata.

Un grazie a Daniela Valente di Coccole Books, per il prezioso aiuto alla realizzazione di questo testo.

Fonte foto Rodari: web

La foto di Diamante in basso è di Pino Campana

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