Un bollettino di guerra che si consuma, spietato, tutti i giorni sotto lo sguardo troppo indifferente di uomini e donne, amministratori pubblici, stakeholder. Passi avanti ne sono stati fatti ma ancora non abbastanza.
Le forme della violenza contro le donne sono tante e diverse, tutte aberranti. Ma se già consideriamo soltanto quella estrema, quella che causa la fine dell’esistenza di una donna, i numeri fanno paura.
Ricordiamo che il concetto di femminicidio risponde a una definizione ben precisa. Il femminicidio è infatti l’omicidio di una donna in quanto donna. Il termine “femicide” è stato introdotto per la prima volta nel 1976 da Diana Russell “the murders of women by men motivated by hatred, contempt, pleasure or a sense of ownership of women’ and as ‘the killing of females by males because they are females”. Si riferisce quindi agli omicidi di donne da parte di uomini che trovano motivazione in odio, disprezzo, piacere o senso di appartenenza delle donne” e come “l’uccisione di donne da parte degli uomini in quanto donne. Il termine non è sempre univoco, i termini femicide e femminicide, usati in America Latina da Marcel Lagarde nel 2006, a volte sono sinonimi, a volte si riferiscono rispettivamente all’omicidio delle donne a causa del genere oppure alla violenza di genere complessiva.
Ma i dati restano in ogni caso sconcertanti.
In Italia nel 2023 sono state uccise 117 donne, gli omicidi di genere rappresentano circa l’82% degli omicidi di donne. Su 96 femminicidi stimati nel 2023, 63 è il numero di donne uccise da un partner o un ex partner (61 assassini sono uomini).
Considerando il totale degli omicidi di donne (quindi non soltanto i femminicidi) il 94,3% delle donne italiane è vittima di italiani, il 43,8% delle donne straniere di propri connazionali. Anzi c’è da ricordare che le donne italiane sono uccise per la grandissima maggioranza da uomini e donne della stessa nazionalità (86,5%).
Gli omicidi per “motivi passionali” riguardano il 27,4% delle donne uccise valore che arriva al 60% se si considerano le donne vittime di 35-44 anni. Le donne italiane nel 51,5% dei casi sono uccise da partner o ex partner, nel 68,7% dei casi le straniere.
Interessante sapere in quali regioni le donne vengono più uccise: nel 2023, le donne sono state uccise soprattutto in Abruzzo, Trentino Alto Adige, e Province Autonome di Trento e Bolzano, e Umbria.
Ma quali possibilità di fuggire dalle situazioni di violenza hanno le donne in Italia?
Ricordiamo che l’Italia aderisce alla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e contro la violenza domestica che risale già al 2011. La Convenzione prevede che gli Stati aderenti abbiano “servizi specializzati di supporto immediato, nel breve e lungo periodo, per ogni vittima di un qualsiasi atto di violenza che rientra nel campo di applicazione”.