di Diego Raimondo
La diminuzione dei tassi di interesse della Banca Centrale europea (Bce) dello scorso ottobre sembra abbia tracciato il sentiero per la Federal Reserve, la Banca centrale statunitense, che potrebbe decidere nelle prossime ore di diminuire i tassi di interesse per immettere liquidità nel sistema economico del paese. Tale decisione è la conseguenza che i timori dell’aumento dell’inflazione siano svaniti e, questo, comporterebbe un allentamento del costo del denaro con una forbice che si aggirerebbe tra i 25 e 50 punti base.
Cosa sta succedendo negli Usa perché la Fed possa decidere di diminuire il costo del denaro?
La decisione della Federal Reserve di diminuire i tassi di interesse, che al momento sono al 4.75 e 5%, è dovuta a due elementi fondamentali tra loro contingenti: l’inflazione e il rallentamento del mercato del lavoro.
L’obiettivo della Fed è la riduzione dei tassi affinché gli americani abbiano maggiore liquidità e, quindi, avendo più denaro potrebbero spendere di più per acquistare beni e servizi. Aumenterebbe così la domanda aggregata (consumi e investimenti) da parte di famiglie e imprese a fronte di una maggiore offerta di lavoro. Con una diminuzione dei tassi si avrebbe un effetto positivo sul mercato del lavoro che vedrebbe diminuire la disoccupazione. In altre parole, gli americani avrebbero maggiori possibilità di trovare lavoro perché il mercato interno statunitense richiederebbe una maggiore domanda di beni e servizi di consumo. Le imprese aumenterebbero la produzione assumendo così più lavoratori.
La Fed dovrà scegliere se prendere la via del mercato del lavoro o quella di contenere l’inflazione. Attualmente sembra che la strada sia stata decisa perché l’inflazione non preoccupa il board di Washington. E’ questione di tempo. Con le dichiarazioni del presidente della Fed, Jerome Powell, di tagliare il costo del denaro, attendiamo quale sarà la decisione, se abbassare i tassi di interesse dello 0,25% oppure dello 0,50%.