Politica

Niente di nuovo sul fronte Occidentale e in Italia….


di Michele Petrocelli

Terminato il marasma elettorale americano che, con grande gaudio del “capitano” Salvini, il quale sembra attribuirsi i meriti della vittoria trumpiana: “Sono stato l’unico a sostenerlo e a credere nella vittoria di Donald…”, si torna sulla terra a combattere con le cose di tutti i giorni e, nello specifico, a tenere banco è la questione legata alla bozza di Legge di Bilancio. Sì, ancora una bozza perché il voto della versione definitiva ci sarà, presumibilmente, tra l’apertura della Porta Santa (il Giubileo 2025 che vedrà la luce la notte di Natale 2024) e i botti del prossimo Capodanno.

E il rischio potrà essere quello che si tratterà di veri e propri botti se l’attuale testo di bilancio non vedrà un qualche aggiustamento, come già chiede l’Europa, i sindacati e, addirittura, Confindustria, solitamente soddisfatta delle misure di previsione finanziaria governative. Le dichiarazioni di un mai domo, a giusta ragione, Maurizio Landini (segretario generale della CGIL) sono di quelle che non lasciano dubbi: in un autunno ormai inoltrato, sarà piuttosto un principio d’inverno e l’atmosfera potrà essere caldissima, altrimenti torrida. A principiare da un 29 novembre che, a detta del segretario, potrà essere l’innesco di quella miccia di botti di fine anno. Insomma, si prelude a uno scontro frontale insieme agli alleati della UIL e cercando, cosa assai difficile, di confederare anche la CISL, terza gamba della storica triade che in anni non molto remoti fece tremare non pochi politici di ben altro spessore rispetto a questi.

A metterci la benzina, è il caso di dirlo, potrebbe intervenire, come ricordato, Confindustria, realizzando un insolito ma ben accetto sodalizio con i “nemici” storici confederali. Vedremo. Sta di fatto che chi dovrebbe essere preoccupato, i fautori della Finanziaria, sembrano dormire sonni abbastanza tranquilli, anzi, contrattaccano come loro solito a suon di slogan e frasi scontate. Chi adesso ci governa, negli ultimi quindici/venti anni, ha fatto sempre opposizione attaccando a piè pari ogni lato di questo o quel governo, inveendo in modo anche becero e feroce nei riguardi di tutti gli altri. E questo sempre con slogan.

Oggi che lor signori governano fanno lo stesso, perché il governare non è mestiere loro, in quanto sanno fare solo l’opposizione… Per non parlare della sistematica distruzione della televisione pubblica. La Rai è diventata ormai un covo di questuanti, raccomandati, incompetenti, “senza idee” come ha avuto modo di dire il buon Maurizio Mannoni (storico volto del Tg3) in una recente intervista su Corsera. Insomma, si potrebbe andare avanti per molte pagine a descrivere quanto in due anni il governo Meloni ha messo in atto, in termini di dismissione delle cose pubbliche. Dalla scuola alla cultura, dal lavoro alle pensioni, dai non interventi di politica economica alla sanità ormai ridotta a un club per pochi con possibilità finanziarie cospicue, altrimenti: “Ci dispiace, dovrà attendere 12 mesi per una visita e se nel frattempo… Ci dispiace”.

È tempo di mettere mano seriamente a una ricostruzione sistematica del contenitore Italia e di certo non lo potrà fare l’attuale classe di governo, né tantomeno l’altra parte opposta fino a questo momento sterile e inconsistente. Qualcuno ha detto che il centrosinistra non esiste più da un pezzo in quanto legato a un’idea ormai vecchia, in sostanza non legato a un’idea… Per riavere un’opposizione che possa chiamarsi tale e che possa proporsi come innovativa, progressista, democratica forza di governo, è necessario un processo fondativo di un nuovo soggetto politico con nuove persone, vitali e preparate. Ne abbiamo in Italia nella speranza di non farle scappare all’estero in cerca di miglior fortuna. Intanto, le cose restano come sono e, nonostante scandali, corruzione, ruberie certificate e altre malefatte, quei pochi che ancora vanno a votare confermano a gestire la cosa pubblica chi ha fatto scandalo, chi ha corrotto o è stato corrotto, chi ha rubato e così via… Non finiremo mai di stupirci ma, forse, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine.

Fonte foto: web