di Diego Raimondo
La Banca Centrale Europea (Bce) ha tagliato il costo del denaro di un quarto di punto per la terza volta durante quest’anno. Il trend positivo dell’inflazione nella zona euro ha determinato la decisione del board di Francoforte di tagliare i tassi di interesse dello 0.25%. La decisione è in linea con le regole previste dai trattati con l’obiettivo di garantire il controllo dell’inflazione sotto la soglia del 2%.
Quali saranno gli effetti del taglio dei tassi di ottobre?
La decisione di ridurre il costo del denaro avrà un effetto positivo sulle famiglie e sulle imprese perché avrebbero maggiore accesso al credito a tassi di interesse più bassi. Il tasso sul rifinanziamento principale è sceso al 3,40% mentre il tasso sui depositi al 3.25%. La decisione di abbassare i tassi riflette l’andamento economico di questo periodo non molto positivo dei paesi dell’euro, legato ad un lieve ri-allineamento dell’inflazione verso il 2%. Ridurre i tassi avrebbe effetti positivi sul sistema economico e produttivo nell’Eurosistema perché aumenterebbe la liquidità di denaro che la Bce immetterebbe nel sistema economico, con effetti sulla cosiddetta domanda aggregata, cioè sui consumi e investimenti.
Il taglio dei tassi dello 0.25% avrebbe, dunque, un impatto positivo sui mutui e sui prestiti garantendo maggiore liquidità sia alle famiglie che alle imprese e, quindi, al sistema economico. Sul fronte dei prestiti, grazie alla riduzione del tasso sui crediti al consumo, dovuto agli effetti della decisione di Francoforte, acquistare un’automobile da 25.000 euro con un finanziamento a 10 anni costerebbe circa 10.000 euro in meno rispetto allo scorso anno.
Qualora il trend dell’inflazione continuasse a scendere, la Bce potrebbe decidere al prossimo Consiglio del board dei governatori, previsto a dicembre, di abbassare ulteriormente il costo del denaro. Addirittura qualcuno ipotizza un maxi taglio dello 0.50%. Tale decisione potrebbe essere presa soltanto in funzione di una forte inclinazione della curva al ribasso dell’inflazione. Ma visto l’attuale andamento dell’inflazione, sembrerebbe poco probabile che per fine anno la Bce possa abbassare i tassi di mezzo punto. Maggiori probabilità, invece, di mettere sotto l’albero di natale un ulteriore taglio di 25 punti sembrerebbe più realistico e in relazione con l’andamento economico nell’ Eurosistema.