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Todi tra le finaliste per la proclamazione della prima Capitale italiana dell’Arte Contemporanea

Todi tra le finaliste con il dossier “Ponte Contemporaneo”

“Ponte Contemporaneo”: è il titolo del dossier di 60 pagine con il quale la città di Todi è tra le finaliste per il titolo di Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026 che verrà assegnato il 31 ottobre alla presenza del Ministro Della CulturaAlessandro Giuli
Oltre Todi sono rimasti in corsa Carrara, Gallarate, Gibellina e Pescara. In “palio” un finanziamento da 1 milione di euro per la realizzazione delle attività proposte, che vanno nel caso di Todi dalla riqualificazione di aree urbane e periurbane alla rigenerazioni di luoghi e spazi, da azioni di inclusione sociale e partecipazione pubblica al coinvolgimento di nuove generazioni di creativi, da una formazione mirata ad un cartellone articolato tra mostre, installazioni e presenze artistiche.
Todi si candida a rappresentare l’intera regione in virtù di una rete di relazioni istituzionalizzate con i più importanti siti umbri di arte contemporanea, il tutto supportato dal coinvolgimento di realtà internazionali, quali fondazioni americane e australiane già attive, e di Atenei, Scuole di Specializzazione, Musei.
La città è arrivata alla candidatura forte di una vocazione che la vede crogiolo dell’arte contemporanea fin dai primi anni Settanta con nomi di primo piano quali la scultrice Beverly Pepper, che ha donato a Todi il parco omonimo, Piero Dorazio, Alighiero Boetti, Bruno Ceccobelli, Brian O’Doherty, Arnaldo Pomodoro, Fabrizio Plessi, Mark di Suvero e un lungo elenco di artisti di fama mondiale che qui sono venuti a vivere, a lavorare, ad aprire i loro studi e le loro gallerie. 
Dal 2019 in città si organizza in estate, a cura della Fondazione Progetti Beverly Pepper, il Festival delle Arti, che è andato ad affiancarsi ad altre manifestazioni storiche, quali ad esempio il Todi Festival, fondato da Silvano Spada e prossimo alle sue quaranta edizioni. Una vivacità culturale che è andata in crescendo e che negli ultimi anni ha visto ulteriori salti di qualità, come nel caso del restauro e della riapertura della trecentesca Torre del Palazzo dei Priori quale futura sede del Museo di Arte Contemporanea della città.La proposta per il 2026 si completa con tavole rotonde, seminari e talk con artisti, critici e altre professionalità con i quali creare una nuova attenzione sull’arte di oggi e la storia di domani. Strumenti che dovranno andare ad innestarsi su un tessuto già attivo e ricettivo dal punto di vista sociale e culturale.
“Todi, centro di neanche 20mila abitanti, grazie al PNRR è oggetto di investimenti nell’ordine di alcune decine di milioni di euro sul fronte della mobilità sostenibile e della rigenerazione urbana, investimenti ai quali si affianca la volontà di innestare tra i palazzi e le piazze ereditate da una storia millenaria il sogno del futuro”, scrivono nel dossier il Sindaco della città e il curatore artistico Marco Tonelli. “Ponte Contemporaneo”, dunque, tra epoche, culture, spazi, nazioni, sensibilità, aspirazioni. Un ossimoro se si pensa che l’antico nome di Todi era Tular, ovvero “Confine” tra la civiltà umbra ed etrusca lungo il fiume Tevere. Non è un caso che il logo della candidatura richiama proprio il ponte Bailey sul Tevere, una struttura bellica della seconda guerra mondiale che Todi lo scorso anno ha recuperato, restaurato e trasformato in una passerella ciclo pedonale sulla quale passa la costruenda ciclovia dei “Due Mari”, un percorso di 425 chilometri che unirà il Tirreno all’Adriatico attraversando quattro regioni del centro Italia.