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Armi nucleari ed energia nucleare come strumenti della politica estera russa

Sin dall’era sovietica, Mosca ha tradizionalmente utilizzato le armi nucleari e l’energia nucleare come strumento di politica estera e il ricatto nucleare è stato ampiamente utilizzato per attirare potenziali partner o per fare pressione sugli oppositori.

Subito dopo l’inizio della Guerra Fredda tra Unione Sovietica e USA/NATO, nell’URSS venne avviata la produzione di massa di armi nucleari. Nel 1986 l’Unione Sovietica raggiunse il picco delle scorte di circa 45.000 testate nucleari, diventando il più grande arsenale nucleare del mondo. Allo stesso tempo, il numero delle esercitazioni strategiche e tattiche delle forze nucleari dell’URSS, apertamente ostili ai paesi occidentali, aumentò in modo significativo. Già nel 1953, Mosca favorì il trasferimento delle tecnologie per la produzione di armi nucleari alla Repubblica popolare cinese, azioni che contraddicevano il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP).

Il crollo dell’URSS nel 1991 ha consentito il processo di disarmo nucleare, a seguito del quale la Federazione Russa è rimasta con solo 6.300 testate nucleari. Al momento della normalizzazione delle relazioni russo-occidentali, anche il numero delle esercitazioni nucleari è stato ridotto. Tuttavia, il potenziale nucleare della Russia è rimasto il più grande del mondo (per fare un confronto: gli Stati Uniti hanno 5.400 testate). Questo processo è diventato la ragione dell’aumento della sicurezza nucleare nel mondo. Tuttavia, in seguito all’ascesa al potere di Putin nel 2000 e alla sua politica antioccidentale, questo processo si è effettivamente interrotto. In particolare, nel 2002, in risposta all’uscita di Washington dal Trattato sui missili antibalistici, la Russia si ritirò dal Trattato sulla riduzione delle armi strategiche (SNO-2).

La Russia ha anche ripreso le esercitazioni nucleari sistematiche, come faceva durante la Guerra Fredda. Nonostante la mancanza di fondi nel bilancio russo, il processo di modernizzazione delle armi nucleari strategiche e tattiche delle forze armate russe è diventato più attivo.

Prima dell’attacco all’Ucraina nel 2014, la Russia ha cercato di evitare un’escalation nei rapporti con gli Stati Uniti e la NATO, cercando di mantenere un accesso illimitato ai mercati, ai prestiti e alle tecnologie occidentali. La posizione di Mosca è cambiata in modo significativo solo dopo che gli Stati Uniti e il regime di sanzioni dell’UE hanno imposto contro la Russia per la sua aggressione in Ucraina.

Dopo l’inizio della guerra su vasta scala della Russia contro l’Ucraina nel 2022, le azioni provocatorie di Mosca sono diventate evidenti. In particolare, nel 2023-2024, la Russia ha schierato armi nucleari tattiche sul territorio della Bielorussia. Il Cremlino minaccia di rivedere la dottrina nucleare della Federazione Russa. All’inizio del 2024 si sono svolte esercitazioni delle forze nucleari strategiche della RF. Inoltre, la Russia ha condotto esercitazioni tattiche sulle armi nucleari, anche alla vigilia dei vertici della NATO ad alto livello. In questo modo, Mosca sta cercando di intimidire l’Occidente e dissuaderlo dall’aiutare attivamente l’Ucraina nella resistenza all’aggressione russa. L’energia nucleare è diventata un nuovo pericolosissimo strumento di espansione e di ricatto geopolitico.

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