Come siamo fieri dei nostri prodotti, del Made in Italy, ne abbiamo dato il nome anche a un Ministero: il Ministero delle imprese e del made in Italy.
Tra i nostri spaghetti pizza e mandolino, c’è un settore che negli ultimi anni ha aumentato di molto la sua produttività, facendo incetta di finanziamenti europei: il settore delle armi.
Leonardo e Fincantieri, sono le aziende di punta che si occupano della costruzione di attrezzature militari come armi, navi da guerra, jet, scudi antimissili e tanto altro.
Il colosso Leonardo di recente ha ricevuto ingenti finanziamenti dall’Edf, il fondo europeo per la difesa, un po’ in tutti i campi, dall’aeronautica ai mezzi terrestri. (Ironico che Edf è l’acronimo di European peace facilityossia Strumento europeo per la pace)
La svolta di questa nuovo salto in avanti delle nostre industrie di armi è la lucrosa guerra in Ucraina.
Con Draghi, nel 2022, è iniziata l’invio delle armi in Ucraina. Quali armi e quanto valgono a noi contribuenti non ci è dato saperlo, dato che l’informazione è segreta.
A dicembre del 2022 si stima comunque che il valore delle armi sia stato di oltre i 450 milioni di euro.
In teoria le armi che abbiamo mandato e mandiamo in Ucraina vengono per lo più dalle nostre scorte militari.
Questa linea politica di aiuto militare viene proseguita nel 2023 dal governo Meloni fino a oggi.
“Noi non spendiamo i soldi per comprare armi da mandare agli ucraini. Noi abbiamo delle armi che riteniamo oggi fortunatamente di non dover utilizzare e quindi non c’è niente che stiamo togliendo agli italiani», ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il programma di Bruno Vespa nel febbraio del 2023.
Ma già il 25 gennaio 2023, in un’audizione parlamentare, il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva dichiarato: “L’aiuto che abbiamo dato in questi mesi all’Ucraina è un aiuto che in qualche modo ci impone di ripristinare le scorte che servono per la difesa nazionale”
Chi è Guido Crosetto?
Fino alla sua elezione il ministro ricopriva ruoli di consulenza per le aziende Leonardo e Fincantieri, che appunto si occupano di armi, navi da guerra, jet, scudi antimissili e tante altre belle cose. Nonché ricopriva il ruolo di presidente di Aiad, l’associazione confindustriale che rappresenta le aziende del comparto difesa e aerospazio.
Da un punto di vista legale non ci sono conflitti di interesse, ma certo gli ingenti finanziamenti dati dall’Edf a Leonardo parlano già da soli.
Quindi la spesa degli armamenti militari italiani è tutta incentrata, come dichiara il ministro Crosetto, per “ripristinare le scorte” nostrane con armi modernissime.
Noi contribuenti quindi non conosciamo l’esatto ammontare della spesa per gli aiuti militari in Ucraina, ma invece conosciamo la spesa militare prevista per il 2024 rilasciata dal Ministero della Difesa: circa 24 miliardi di euro.
Le armi Made in Italy sono al sicuro!