Cultura

Sugarfree: intervista a Giuseppe Lo Iacono e Matteo Amantia Scuderi

Chi non ha canticchiato almeno una volta “Cleptomania”, canzone che nel 2004 ha ossessionato le nostre orecchie, ascoltata ovunque, persino, sulle suonerie dei telefonini? Questo brano, forse il più grande successo degli Sugarfree, rimase al primo posto nelle classifiche per cinque settimane di seguito, quasi un record. Ma chi sono gli Sugarfree? Sono un gruppo musicale pop – rock italiano nato a Catania nel 2000. Inizia la carriera musicale come cover band degli anni ’50 – ’60. Ma nel 2004 avviene la svolta con il brano “Cleptomania”, pubblicato da una delle etichette più importanti, la Warner Music Italy, che gli permette di entrare nel circuito musicale nazionale. Così dopo un anno esce l’album “Clepto-manie”.
Da qui tour, Festivalbar, per arrivare al Festival di Sanremo con il brano “Solo lei mi dà”. Inoltre, negli anni che seguono, ci sono collaborazioni importanti, come con Federico Moccia per la colonna sonora del film “Scusa se ti chiamo amore”, titolo anche del singolo degli Sugarfree. Nel 2009, c’è il primo cambio di formazione. Anche il frontman, Matteo Amantia Scuderi abbandona il gruppo per ritornare nel 2015.

Giuseppe Lo Iacono, vero fondatore del gruppo e Matteo Amantia Scuderi, frontman, sono i “sopravvissuti” degli Sugarfree. Negli ultimi anni sono usciti dei singoli, ma non degli album veri e propri, cos’avete fatto in questi anni?

“Ci siamo dedicati ad altri progetti, io in particolare prima di rientrare, nel gruppo, alla mia carriera come solista”.

Cosa significa creare la colonna sonora di un film importante come quello di Federico Moccia?

“Prima di tutto devi conoscere molto bene la sceneggiatura e quello che il regista vuole trasmettere, perché il brano che fa da colonna sonora dev’essere il riassunto della storia e il cuore di ciò che tutto il film vuole trasmettere. È sicuramente stata una bella esperienza. Inoltre, abbiamo collaborato anche per un’altra colonna sonora, quella di un film americano, Blind dating del regista James Keach”.

Qual è stato l’ingrediente speciale che ha reso Cleptomania un grande successo?

“Più che un ingrediente sono stati un insieme di ingredienti, una canzone passionale dall’anima dark in un periodo in cui c’era bisogno di questo; il supporto promozionale di una casa discografica come la Warner che investiva tanto; un videoclip dalla regia geniale di Domenico Ligeri, che ha raccontato la canzone in chiave comica in contrapposizione con l’atmosfera “malata” del brano e infine forse la mia voce che è riuscita ad entrare nel cuore delle persone”.

Il 19 di aprile è uscito il vostro nuovo singolo, ma resterà solo un singolo o è il preludio di qualcos’altro?

“Ci stiamo lavorando. Dopo questo usciranno altri pezzi ma non vogliamo anticipare niente”.

Il brano s’intitola “Non è l’amore”, questo pezzo cos’ha secondo voi di particolare?

“Anche questo brano è una canzone passionale, ma affronta il sentimento “amore” nella sua caratteristica più pura. Libero da ogni influenza sociale, libero dalla gelosia, dal senso del possesso, l’amore è un sentimento che non può fare male. Crediamo che questa riflessione strutturata all’interno di una musica electro-pop dal beat dance, possa avere tutte le carte in regola per entrare nel cuore degli ascoltatori”.

Ho ascoltato più volte l’ultimo brano e oltre ad identificare il gruppo ha veramente tutte le carte in regola per raggiungere un vasto pubblico. C’è una frase del ritornello che trovo veramente d’ispirazione: “Non è l’amore che fa male, ma perdersi in quest’angolo di cielo, che hai nascosto lì per me, sopra calde nuvole”.

Ringrazio Giuseppe Lo Iacono e Matteo Amantia Scuderi per la disponibilità. Anche se qualcuno ultimamente mi ha detto che l’arte bella è quella di nicchia, io penso che l’arte è arte e va valorizzata a prescidere.

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