“Cammino e dietro camminano le stelle
verso il domani delle stelle
l’enigma, la morte, quel che fiorisce e la fatica
sfinisce i passi fanno sangue di me esangue
sono cammino non iniziato
non vi è giacimento a vista –
cammino verso me stesso
quel che verrà a me stesso
cammino e dietro camminano le stelle.”
Il grande poeta e saggista siro-libanese Alī Ahmad Sa’īd Isbir nato nel 1930, rompe gli schemi della poetica classica araba rendendola più moderna liberandola dal formalismo tradizionale.
“la poesia è essenzialmente trasgressione:
impeto in tutte le direzioni
al di là del tempo e dello spazio,
degli individui e della società, di individui e di valori”
Scrive poesie adottando lo pseudonimo Adonis, nome della divinità greca legata alla rinascita. E la rinascita della civiltà mediterranea è la sua speranza, l’idea del rinnovamento è la base dei suoi ragionamenti, delle sue opere. Spera nella comprensione e nella condivisione dei valori universali da parte di tutti gli uomini.
“Vengo da una terra in cui la poesia è come un albero che veglia sull’uomo e in cui il poeta è uno che comprende il ritmo del mondo”.
Negli anni sessanta fonda il gruppo Tammuz insieme al poeta iracheno Badr Shakir al Sayyab e al palestinese Jabra. Di nuovo, il nome Tammuz si rifà a una divinità sumerica legata alla rinascita, per sottolineare ancora una volta la speranza di una rinascita culturale, non legata al nazionalismo né alla religione.
“Io sono nato anti-ideologo e areligioso, perché temo molto tutti coloro che hanno la risposta a ogni domanda. E questo genere di uomini si divide equamente tra i religiosi e gli ideologi. Io credo che l’esistenza ci ponga di fronte a domande a cui non è possibile dare una risposta precisa, univoca e definitiva. Non si può dare risposta a tutto.” dichiara in una intervista a Flaviano Masella.
Un tema fondante della vita di Adonis è l’esilio. Per le sue idee politiche ha dovuto abbandonare la Siria, sua madre patria, dove da giovane è finito anche in prigione. Nel 1956 quindi, si trasferisce con la moglie in Libano, dove partecipa alla fondazione di una rivista di poesia Shi’ir con lo scopo di divulgare idee moderniste. Già il primo numero è stato vietato in numerosi paesi arabi, poi la rivista stessa è stata sospesa.
In seguito Adonis fonda il periodico Mawakif insieme a un gruppo di scrittori arabi. Il periodico tratta di nuovo, ma in maniera più radicale, del rinnovamento delle convenzioni letterarie arabe.
Professore universitario, poeta, sociologo, critico letterario, traduttore, redattore, Adonis si trasferisce infine a Parigi. Questo suo vagare nel Mediterraneo ha arricchito ulteriormente la sua ampia e illuminata visione del mondo, accogliendo in sé influenze occidentali, tradizioni arabe, greche e bibliche.
“…Mentre la luce non cessa di piangere,
piange la ragione del globo,
dolendosi per le stirpi dell’esilio.
– In esilio nascono le profezie.
Ma com’è facile mettere il cappello di un profeta
sulla testa di un impostore,
com’è facile mettere il cappello di un impostore
sulla testa della storia.
Tempo
immenso crepuscolo di teste umane.”