25 febbraio 1798
Data del cosiddetto Vespro Romano: a Roma una folla di popolani trasteverini e monticiani insorge contro la neonata Repubblica Romana, ma la sommossa viene sedata dalle truppe francesi. L’occasione della rivolta fu il rapimento ed esilio di Papa Pio VI e la caduta dello Stato Pontificio. Le truppe francesi, dopo essersi impossessate del territorio cittadino, prendendo a pretesto l’omicidio del Generale Duphot per mano di un soldato pontificio il 28 dicembre 1797, costrinsero tutta la popolazione a portare, al posto del crocefisso, una laica coccarda tricolore, sia per sradicare la religione e la tradizione locale che per creare, con la forza, una società secolarizzata. Oltre a ciò, a scatenare il moto furono l’aumento delle tasse, la sostituzione di tutti i simboli cristiani in città e addirittura la abolizione del calendario gregoriano, sostituito da quello rivoluzionario francese.
26 febbraio 1909
Nasce il Kinemacolor, il primo processo di film a colori usato commercialmente dal 1908 al 1914 e che riuscì ad essere proiettato al pubblico. La prima proiezione di questo tipo si ebbe a Londra con A visit to the Seaside, un film corto e muto, della durata di soli 8 minuti, diretto da George Albert Smith di Brighton, il cui soggetto sono delle scene di vita quotidiana con delle persone che portano a termine delle loro abituali attività. Albert Smith, che lanciò il prodotto, fu influenzato dall’opera di William Norman Lascelles Davison, e, in modo più diretto, da Edward Raymond Turner. Il prodotto fu commercializzato dalla Urban Trading Co. di Londra e, dal 1909 prese il nome di Kinemacolor. Il processo consisteva in una mescolanza additiva a due colori, che fotografava e proiettava una pellicola pancromatica in bianco e nero dietro filtri alternati di rosso e verde.
27 febbraio 380 d.c.
Editto di Tessalonica, con cui l’Imperatore d’Oriente Teodosio I e gli imperatori di Occidente Graziano e Valentiniano II dichiarano la religione cristiana l’unico culto ammesso all’interno dell’intero Impero Romano. Il decreto dichiarava, inoltre, che il cristianesimo era ammesso secondo i canoni del credo niceno e proibiva, in primo luogo, l’arianesimo e anche i culti pagani. Per combattere l’eresia si pretese da tutti i cristiani la dichiarazione di fede conforme alle deliberazioni del Concilio di Nicea. Il testo venne preparato dalla cancelleria di Teodosio I e successivamente incluso nel Codice Teodosiano da Teodosio II. La nuova legge riconobbe alle due sedi episcopali di Roma e Alessandria d’Egitto il primato in materia di teologia.
28 febbraio 1297
Serrata del Maggior Consiglio a Venezia, cioè una riforma approvata dal Maggior Consiglio della Repubblica di Venezia, e di seguito modificata più volte, con cui si rese provvisoriamente ereditaria la carica di membro del Maggior Consiglio, massima istituzione statale, a cui spettava l’elezione del Doge. Così Venezia si trasformò lentamente in una oligarchia a tutti gli effetti.
29 febbraio 1720
La regina Ulrike Eleonora di Svezia (1688–1741) abdica. Anche nota come Ulrica Eleonora la Minore, fu regina regnante di Svezia dal 5 dicembre 1718 al 29 febbraio 1720 ed in seguito regina consorte sino alla morte. Il 5 dicembre 1718 Ulrica Eleonora venne informata della morte di suo fratello Carlo XII sul campo e venne acclamata poco dopo regina dal parlamento, come disposto dal defunto monarca. Introdotta timidamente al governo, e per una causa tanto improvvisa quanto dolorosa, Ulrica Eleonora prese subito coscienza del suo nuovo ruolo di sovrana e nelle settimane successive alla sua proclamazione, tra i primi atti del suo governo, fece imprigionare tutti i seguaci dell’ex primo ministro Georg Heinrich Von Gortze, abolendo tutte le leggi emesse da lui. Come era prevedibile, Ulrica Eleonora fu, ben presto, contestata da più parti, in quanto si riteneva che a succederle dovesse essere il figlio di sua sorella, il duca Carlo Federico di Holstein–Gottorp. Alla fine, dopo numerosi compromessi, Ulrica fu incoronata, con la promessa di emanare quanto prima una costituzione che limitasse di molto i poteri del monarca.
1° marzo 1941
La Bulgaria firma il Patto Tripartito, entrando così nel novero delle potenze dell’Asse. Truppe tedesche poco dopo entrarono nel paese, per preparare l’invasione del Regno di Grecia e di quello di Jugoslavia. Quando entrambi i paesi vennero sconfitti ed occupati, la Bulgaria fu autorizzata a occupare per intero la Tracia e gran parte della Macedonia. La Bulgaria inoltre dichiarò guerra a Gran Bretagna e Stati Uniti, ma resistette alla pressione tedesca di dichiarare guerra anche all’Unione Sovietica, timorosa dei sentimenti filorussi molto diffusi nel paese. Nel mese di agosto 1943 lo Zar Boris III morì all’improvviso dopo il suo rientro dalla Germania, forse assassinato, anche se ciò non è mai stato dimostrato. Al trono salì suo figlio di sei anni, Simeone II. Il potere effettivo era però detenuto da un consiglio di reggenti diretto dallo zio del giovane zar, il principe Kirill, e dalla madre, la regina Giovanna di Savoia, mentre il nuovo primo ministro, Dobri Bozilov, si rivelò solo un fantoccio nelle mani del governo tedesco. La resistenza contro i tedeschi ed il regime bulgaro iniziò a diffondersi in maniera consistente a partire dal nel 1943, coordinata principalmente dai comunisti, riforniti e diretti da Mosca. Insieme con il partito agrario, ora guidato da Nikolaj Petrov, i socialdemocratici, appoggiati anche da molti ufficiali dell’esercito, fondarono il Fronte Patriottico. I partigiani operavano sulle montagne a est e a sud. In seguito ai fatti del 1944, quando cioè fu evidente che la Germania stava perdendo la guerra, il regime cominciò a cercare una via d’uscita dal conflitto.
2 marzo 1818
L’archeologo italiano Giovanni Battista Belzoni scopre l’ingresso della Piramide di Chefren, cioè il cenotafio fatto erigere dallo stesso Chefren, sovrano della IV Dinastia, durante l’Antico Regno e denominato “Wr Kafre” cioè “Grande è Kafre”. Questa piramide è la seconda per grandezza dopo quella del padre Cheope. Nella metà inferiore presenta dei grandi blocchi grezzi ed irregolari, mentre verso la sommità questi appaiono disposti in maniera più uniforme. Nel corso dei millenni vari movimenti terresti hanno provocato degli spostamenti di alcuni millimetri delle pietre. Essa ha la particolarità di essere l’unica piramide che conservi sulla sommità una parte della copertura in calcare bianco di Tura, che in origine ricopriva l’intera struttura. La base è rivestita di pietra etiopica variegata, come la definisce Erodoto, ovvero granito rosso e grigio di Assuan; presenta due ingressi, dovuti ad un cambiamento del progetto iniziale, uno a circa 11,54 metri di altezza, l’altro a livello del suolo, che è quello attualmente usato per le visite. La piramide appare più alta di quella di Cheope perché venne costruita su uno zoccolo di roccia alto 10 metri e la sua altezza apparirebbe ancora maggiore se non fosse priva di parte della cima e del pyramidion.