“Questa non è letteratura, queste sono stronzate”, a pronunciare queste parole è il drammaturgo Jeton Neziraj mentre parla della sua nuova opera teatrale The Handke Project, in scena il 2 e 3 febbraio al Teatro di Rifredi di Firenze, noto per la sua vocazione ad accogliere la drammaturgia contemporanea.
Il teatro di Jeton Neziraj, che arriva dai Balcani Meridionali, precisamente dal Kosovo, una regione con una scena culturale fervente, viva e vitale, riesce a sollevare importanti interrogativi sulla storia più recente; il suo spettacolo affronta, infatti, la questione dei Balcani attraverso la figura controversa dello scrittore Peter Handke, noto anche per il suo supporto a Slobodan Milosevic e la sua negazione dei crimini nella Jugoslavia degli anni ’90.
“In molti dei suoi libri e discorsi pubblici Handke ha messo la sua autorevolezza al servizio della negazione di crimini contro l’umanità, definendo quello che scriveva come letteratura, ricevendo premi nonostante posizioni discutibili”.
Handke diventa così un fenomeno da esaminare come rappresentante dell’ipocrisia europea, capace di presentare il fascismo addirittura come libertà di espressione.
“Abbiamo tanti fantasmi delle guerre degli anni ‘90 che stiamo combattendo. Il nazionalismo è un’infezione che continua a diffondersi nei Balcani e quindi questa è una buona battaglia per noi”.
Il bersaglio principale è il fascismo, rimane questo il punto fermo da cui partire. Neziraj sottolinea che in Europa, il rischio di tendenze autocratiche è reale ed è anche molto alto, e gli artisti hanno il compito di rimanere all’erta e segnalare i pericoli, evitando di addormentarsi nell’illusione che tutto vada bene.
E continua: “Il Kosovo è il paese più pro-Europa di qualsiasi altro paese europeo e condividiamo gli stessi valori. Combattere il fascismo non è qualcosa che appartiene solo ai Balcani o al Kosovo. Penso che questa sia una battaglia europea, mondiale. Dovremmo tutti prenderne parte”. In questo contesto, lo spettacolo di Neziraj si inserisce come parte della lotta più ampia contro il fascismo e il nazionalismo. Rappresenta dunque un contributo di tutti noi ai valori dell’Unione Europea, spesso dimenticati, sottolineando l’importanza di affrontare tali temi in un contesto più ampio e globale.
Esiste una linea etica che lo scrittore non può passare? Qual è il confine etico che lo scrittore non deve oltrepassare?
“Sono domande che ci siamo posti mentre abbiamo cominciato a scrivere questo testo” svela il drammaturgo kosovaro. Neziraj sulla risposta non ha dubbi: “il confine etico invalicabile è quando uno scrittore inizia a negare crimini, a offendere le vittime e a sminuire la memoria di coloro che non hanno più voce” e aggiunge “Handke non è stupido. Non dice che Srebrenica non è avvenuta, ma si chiede se Srebrenica è avvenuta, che è diverso. Peter Handke però non fa domande perché vuole fare luce sui fatti di Srebrenica o indagare sui fatti. Al contrario, fa domande perché vuole negare questo crimine. Offendere le vittime, offendere la memoria delle vittime, offendere chi non ha più potere di difendersi, per me è un atto di barbarie. E penso che questa sia la frontiera che nessun scrittore, nessun artista dovrebbe passare”.
La negazione dei crimini di guerra e l’offesa alle vittime sono, per Neziraj, atti che non dovrebbero mai essere giustificati neanche in nome della libertà di espressione o dell’arte.
E’ uno spettacolo, questo di Neziraj, che, sin dal suo debutto, ha suscitato reazioni vivaci in molti luoghi perché “ha la capacità di toccare nervi politicamente, esteticamente ed eticamente molto importanti”. Ovunque sia stato presentato ha sempre generato animati dibattiti, anche perché le domande che suscita sono universali e non riguardano solo i Balcani, ma tutti i paesi con tendenze fasciste. “Penso che sia molto importante e molto più significativo avere questo spettacolo adesso in questa situazione soprattutto in luoghi dove sono, diciamo, più forti le tendenze fasciste”. In particolare mi riferisco all’ascesa di un governo di destra in Italia, e per questo il significato dello spettacolo diventa ancor più rilevante e autentico”, afferma Neziraj.
In un momento storico dove la post-verità ha raggiunto livelli molto alti, il teatro rimane un baluardo di verità. Prosegue Neziraj “le persone sono bombardate da tante notizie soprattutto da false notizie, allora il teatro assume veramente un significato speciale. È un posto dove confrontarsi, dove non essere sommersi dalle banalità, quindi è un posto anche per scambiare opinioni su questioni politiche e sociali. Per me un un teatro che sia attento a toccare i problemi politici è un buon segno della società. È un segno che la società si sia emancipata ed è pronta per confrontarsi con i tabù, con i temi difficili del recente passato”
Jeton affronta la messa in scena di The Handke project utilizzando un collage di testi, dichiarazioni e citazioni basati su frasi, libri, interviste di Handke e anche documenti del Comitato del Premio Nobel che hanno attribuito questo ambizioso premio a Peter Handke nel 2019. L’idea principale di Jeton è quella di attaccare lo scrittore austriaco utilizzando il suo stesso stile. Neziraj adotta uno stile post-drammatico, simile al celebre testo di Handke “Insulti al Pubblico”, trasformandolo in una sorta di “Insulti a Peter Handke”.
Il teatro di Jeton Neziraj è un teatro politico, un teatro tedesco, che si ispira a diversi autori per la sperimentazione e la ricerca dei linguaggi teatrali. Oltre ad ammirare Brecht, Jeton cita Heiner Müller come una figura influente. Altri autori apprezzati includono Gabriel Garcia Marquez, Dino Buzzati e Ismail Qadari.
Non ci rimane che unirci compatti alla lotta contro tutte le ingiustizie umane che ancora non hanno voce, per sentirci finalmente esseri umani.
2 – 3 febbraio, ore 21 | Teatro di Rifredi
THE HANDKE PROJECT
Oppure giustizia per le follie di Peter
di Jeton Neziraj
regia Blerta Neziraj
con Arben Bajraktaraj, Ejla Bavćić, Adrian Morina, Klaus Martini, Verona Koxha, Anja Drljević
drammaturga Biljana Srbljanović
collaboratrice artistica Alida Bremer
produzione Qendra Multimedia (Pristina)
in collaborazione con Mittelfest & Teatro della Pergola, Teatro di Dortmund (Germania), Teatro Nazionale di Sarajevo e Festival Internazionale del Teatro – Scene MESS (Bosnia ed Erzegovina)
Durata: 1h e 30’, atto unico.
Jeton Neziraj
Jeton Neziraj è l’ex direttore artistico del Teatro Nazionale del Kosovo e il fondatore e attuale direttore di Qendra Multimedia. Ha scritto più di 25 opere teatrali che sono state messe in scena e tradotte in quasi 20 lingue, rappresentate in tutta Europa e negli Stati Uniti in oltre 70 produzioni.
Come drammaturgo ha collaborato e presentato sue opere in diversi teatri in Europa e negli Stati Uniti, tra cui La MaMa di New York, Volksbühne di Berlino, Piccolo Teatro di Milano, Volkstheater Vienna, Vidy Theatre di Losanna, Teatro Nazionale di Sarajevo, City Garage Theatre di Los Angeles, Teatro Nazionale del Montenegro, Teatro Bitef a Belgrado, Teatro Nazionale Turco, Teatro Nazionale del Kosovo, Qendra Multimedia a Pristina, Teatro Comunale di Istanbul, ecc.
Le sue opere hanno vinto numerosi premi e riconoscimenti e sono state rappresentate in festival teatrali in tutta Europa. È autore di numerosi articoli su temi culturali e politici, pubblicati su riviste e giornali locali e internazionali.
«…Le opere teatrali [di Jeton Neziraj] sono cupe, irriverenti e assurde. Richiamano Ibsen, Molière e Kafka…» ha scritto il “Guardian” a proposito del suo lavoro. La rivista teatrale tedesca “Theater der Zeit” e la radio tedesca “Deutschlandfunk Kultur” lo hanno descritto come il «Kafka dei Balcani», mentre il “Los Angeles Times” lo ha definito «un drammaturgo di livello mondiale che sfida il nostro autocompiacimento a ogni colpo di scena».
Nel 2018 l’Ufficio dell’Unione Europea in Kosovo gli ha conferito il premio Europeo dell’anno.
Ha vinto l’Europe Culture Award 2020 e l’International Theatremakers Award 2021, assegnato dal Playwrights Realm con sede a New York.