“E Brava Giulia e Brava Giulia!
Prenditi la vita che Vuoi!
Brava Giulia e Brava Giulia!
Sceglitela! certo che Puoi!”
(Vasco Rossi)
Domenica mattina, 19 novembre, solo pochissime ore fa la notizia del ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin uccisa, una settimana prima, dal suo ex fidanzato a poca distanza da casa di entrambi, a soli 22 anni.
La sensazione che mi assale la ritrovo ogni qualvolta una donna, una ragazza, una mamma, un nome femminile si aggiunge alla lista delle ormai più di 100 vittime di violenza di genere del 2023; è una sorta di sgomento, di nausea, come se nella testa si creasse una bolla di non accettazione.
Seguo il mio istinto, sento la necessità di una foscoliana “corrispondenza di amorosi sensi, celeste dote” cercando conforto nella visita ai miei genitori a cui chiedo di “badare anche a Giulia” affinché insieme riposino in pace; mi rendo conto però che ultimamente ho affidato anche a loro troppo lavoro! Purtroppo impariamo da grandi quanto una parola dei nostri genitori possa essere una vera cura per l’anima e non solo! Rifletto sul fatto che Giulia stava ancora affrontando il distacco terreno dalla sua mamma, un dolore senza tempo.
Proseguo il mio cammino, mi siedo su una delle panchine rosse della mia città.
Giulia aveva scelto la sua vita, aveva scelto di chiudere una relazione che non riteneva più opportuna, si sarebbe laureata da lì a pochi giorni dalla sua scomparsa e avrebbe deciso della sua vita, del suo futuro, del suo presente. Sì, proprio come “la Giulia” cantata da Vasco nel lontano 1987 aveva preso in mano il suo percorso e mirava diritta al raggiungimento dei suoi obiettivi…prenditi la vita che vuoi! Sono passati più di 35 anni dall’uscita di quel brano e ancora non abbiamo capito che una donna libera non la puoi fermare, che una donna libera può volare, che una donna libera illumina il cielo!
La luce di Giulia viene improvvisamente spenta da un giovane nato e cresciuto in una società aperta, dove da ogni parte si sottolinea la superiore bellezza di un legame paritario e non di possesso, che aveva ricoperto la sua ex ragazza di un profondo egoismo spacciato per sentimento e poi tramutato in violenza. Se l’indice del vero Amore passa anche per la musica forse dobbiamo interrogarci anche sui testi di autori contemporanei che inneggiano all’amore come possesso, alla gelosia morbosa come positiva, al controllo come segno di protezione.
Tra qualche giorno, il 25 novembre, ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la sede del Comune dove abito da alcuni giorni si è tinta di rosso e ospita una mostra sul tema: entro, leggo, osservo in silenzio.
Troppi nomi, troppi abusi, troppa vergogna da necessitare quattro pareti di una sala comunale e un nuovo nome da aggiungere alla lista!
Siamo tutte GIULIA!
“Scrivilo sui muri…”
Copertina di #eineBerlinerin