Alle volte capita di scambiare tutto per amore e ostinarsi a non voler vedere quanta violenza ci sia dentro. Dobbiamo pensare fin dalla prima volta che lo fa, che un uomo che ci mena non ci ama, non c’è nessun tipo d’amore in quel gesto. Così come chi ci controlla ossessivamente o chi ci allontana da tutti e tutto perché ha paura di perderci. Non è normale che sia normale.
They said you beat the girl You loved the most
Hai picchiato la ragazza che amavi
They bet their fortunes and their fame that she was out of line and you were not to blame
Loro (gli amici dell’uomo) scommettono tutte le loro fortune e la loro fama che lei era inopportuna e a te non si può dare la colpa […]
Joni Mitchell suona il pianoforte accompagnata dal sax soprano di Wayne Shorter e la pedal steel di Greg Leisz, mentre canta una canzone contro uno dei tanti uomini violenti che prevaricano, sia fisicamente che psicologicamente, la donna che dicono di amare.
Queste note di Not To Blame mi riportano alla mente le storie di alcune delle mie amiche o delle mie ex amiche (poco importa) che mi hanno parlato in tutti questi anni di violenze subite dai loro compagni, mariti, amanti, padri e fratelli. Penso anche a chi non conosco alle varie Ginevra, Barbara, Daniela, Valentina o, ancora, Caterina, Claudia e Giulia. Alcune di loro si sono ribellate subito a certe violenze, altre con il tempo, qualcuna invece è rimasta lì, al suo posto, giustificando evidentemente i maltrattamenti subiti.
Maledetta himpathy, che giudica le vittime colpevoli, facendole sentire sporche.
Voci pesanti come macigni, arrivano alle orecchie e al cuore di tutti. E fanno male:
La colpevole è lei.
Hai visto cosa mi hai fatto fare?
La donna ha sbagliato: lo assillava
Lo ha esasperato
Ognuno di noi dovrebbe cambiare il linguaggio a tutte queste narrazioni tossiche e liberare le parole dalla violenza per evitare tragedie quotidiane. I femminicidi nel 2023 sono saliti a più di 100, più o meno una donna ogni quattro giorni, lo dice l’ANSA.
Himpathy si traduce in italiano con empatia per gli uomini e chi vi aderisce (sia uomini che donne!) porta avanti il terrorismo patriarcale che accresce di giorno in giorno la sua cultura tossica.
Ma la questione non è fatta solo di parole. Bisogna cambiare il linguaggio sì, ma anche gli atteggiamenti. Molti pensano che scrivere un pensiero su un argomento incarni la propria posizione su quel principio. E in effetti dovrebbe essere così ma il comportamento, alle volte, non segue il pensiero nel privato. E succede allora che mentre la penna scrive parole a difesa della donna (in alcuni casi vediamo addirittura alcuni assurgere a veri e propri paladini della questione) nella realtà questi stessi uomini usano le proprie mogli, fidanzate, compagne, figlie solo per i propri comodi, sottomettendole con atteggiamenti maschilisti conficcati nel patrimonio genetico. Ed è così che parte il primo schiaffo o le prime umiliazioni psicologiche perché le donne a questi uomini fanno paura, la libertà genera paura. In alcuni casi a entrambi.
Nutriamoci di cultura al femminile se vogliamo costruire un mondo di pace. Ecco, io lo sogno così il mondo per i miei figli e le mie figlie, un mondo dove gli uomini non usino più violenza sulle donne e le donne non li perdonino più. Perché lì non vi è amore ma solo squallidi atti di potere.
Copertina di #eineBerlinerin
Europa Domani Anno 1 N°11
– Una canzone per te…la libertà di essere Giulia
– Il mondo si fa in coppia. intervista a Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier
– Gaber e Luporini ovvero la straordinaria attualità del Teatro Canzone
– Tecla nella famosa foresta chiamata Fantasia
– #FERMATEVI! da Napoli il mondo della cultura dice basta alla guerra