Cosa è Circe in questa rilettura del mito da parte di Luciano Violante? Certamente non l’ammaliatrice, la maga cattiva e ferina. Ma una donna-dea complessa e consapevole, che sceglie una nuova condizione e se ne assume il peso, anche al prezzo dell’infelicità che questa scelta le può provocare.
Viola Graziosi dà voce e corpo all’ultimo atto della Trilogia che Violante ha dedicato alle donne del mito. Le altre due sono Clitemnestra e Medea (avremo occasione di assistere all’intera trilogia in una entusiasmante maratona il 19 novembre). Si tratta di eroine che hanno attraversato l’immaginario e anche la rappresentazione teatrale, che possiamo rileggere oggi alla luce della nostra storia contemporanea, come in un prisma dalle mille sfumature. Tre figure di donne così dette “negative” che appartengono a tutti i tempi e giungono fino a noi, per raccontarci la loro storia e la scelta di farsi testimoni della loro esperienza.
Circe va a comporre un’opera culturalmente molto alta e che al tempo stesso appartiene all’immaginario collettivo. Questi testi, nell’interpretazione di Viola Graziosi stabiliscono una relazione empatica e diretta con il pubblico, sono un grido d’amore portato con consapevolezza poetica e un legame strettissimo con il nostro tempo: il mito, da sempre, ci fa da specchio e da cassa di risonanza.
Dopo” Clitemnestra” che rivendica giustizia sporcandosi le mani di sangue e “Medea” che uccide i figli perché non crescano schiavi, rivendicando la sua dignità di donna, “Circe” è colei che si fa specchio degli uomini. “Circe è la sacerdotessa del dolore, il riflesso delle profondità irrisolte altrui, colei che penetra lo sguardo ma non impietrisce”, Non più maga malefica ma riflesso dell’animalità dell’uomo, finché giunge Odisseo, il male supremo, a chiederle aiuto e ristoro. Attraverso di lei potrà vedere sé stesso? Sarà in grado di accogliere la sua immagine riflessa? Ciò che è. Esiste una giustizia divina o dello stato? O il bene e il male sono una scelta personale, quotidiana e costante, che ci riguarda, ci riflette?
Circe – e più complessivamente la trilogia – sono realizzate all’interno di un più complessivo progetto
“Donne!” che parte dal mito per arrivare ad un presente fatto di social e nuovi strumenti di comunicazione e relazione. Le donne del mito sono legate alla conoscenza, alla disobbedienza, alla
diversità, al sovvertimento delle regole imposte dalla società e comunque al simbolo. Viene da
chiedersi: ma oggi per le donne è così diverso?
Il progetto, condiviso dal Teatro di Roma e Viola Graziosi parte proprio dal mito e dai testi di Luciano
Violante, che arriva alla scrittura teatrale da un passato nella magistratura a Torino negli anni caldissimi del terrorismo e della lotta alla mafia, seguito da un lungo impegno politico prima parlamentare, poi presidente della Camera. Violante con questi testi trova eco e speranza nel femminile e nelle donne, partendo proprio dal mito, spesso rovesciandone il senso comune per farci scoprire nuovi orizzonti.
Per Circe, Violante esce dalla lettura tradizionale che vuole questa “maga” come perfida seduttrice.
Così era nella tradizione greca e tale è rimasta per secoli, ammaliatrice e ingannatrice che avviluppa i
maschi nella sua sessualità onnivora e ferina. Ma iI lato positivo del potere di Circe è stato riscoperto
nel Novecento, quando diventa figura della donna moderna, libera e consapevole, capace di contestare
gli stereotipi della cultura eroica patriarcale, ma anche simbolo dei rischi di isolamento e delle difficoltà di comunicazione con l’altro sesso insiti nella nuova condizione femminile.
Parlando della sua Medea Luciano Violante così l’ha definita: “Maga, che è quasi come dire fattucchiera, dea o semidea, assassina, riscatto dei morti di mafia. Vorrei meglio definirla di fronte al calcolatore e positivista Giasone come colei che sa scegliere le erbe, sa leggere le parole del vento, conosce le virtù dell’alba e sa scrutare nei misteri della notte; al freddo calcolo di Giasone contrappone non solo il miserabile destino dei figli, ma un’altra visione del mondo nella quale ci sono le consapevolezze dei misteri e degli unknown (non trovo in questo momento altra parola), i sentimenti come fattori determinanti della umanità”. Ma Violante collega la sua Medea anche ai fatti di mafia, alla Sicilia che uccide i figli per i propri crimini. E quindi l’eroina del male viaggerà fino a noi (la terra a tre punte) sul carro del sole, per farsi testimone delle conseguenze dei suoi atti. Medea infatti ha debuttato alla Chiesa San Domenico di Palermo nel trentennale delle stragi, davanti alla tomba di Falcone, il “Giusto”, che si oppone a Giasone, il calcolatore.
” La figura di Clitemnestra nella letteratura greca si contrappone alle tante mogli di eroi, fedeli
devote silenziose. Clitemnestra è una donna infedele, adultera e violenta che diventerà assassina per
disperazione, divorata dal dolore per la perdita di Ifigenia a causa dell’ambizione di Agamennone. Un
modello femminile essenzialmente negativo, ma rimane una donna forte e decisa che non si piega alle
convenzioni sociali del suo tempo”
Il progetto si concluderà il 25 novembre con una performance (una mise en espace) di un testo inedito
scritto per Viola Graziosi da Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi, questa volta nel foyer
dell’Argentina aperto sulla strada a voler coinvolgere il pubblico e la città. Si intitola “Qualcosa di
lei” e ha un tema drammatico e attualissimo: la violenza sulle donne. Ma Viola Graziosi, ha cercato un
approccio coinvolgente usando anche gli strumenti che più sono vicini al modo di sentire delle ragazze
e dei ragazzi: siamo davanti ad una sorta di “stand-up comedy”, “E’ – dice la protagonista -un modo
nuovo, originale e leggero di affrontare il tema della violenza di genere, con un testo vivo e vivace che potrebbe essere anche declinato in diversi format, ovvero sceneggiatura cinematografica e
sceneggiatura per TikTok”.
Dalle figure femminili del mito, che ancora oggi parlano alla nostra contemporaneità, alla giovane
protagonista di “una stand-up comedy”: la distanza sembra enorme, eppure c’è un comun denominatore: l’urgenza di far sentire la propria voce, di confrontarci, di conoscerci, di venirci
incontro e scegliere insieme che posizione prendere nel mondo, anche attraverso i social e i linguaggi
che oggi arrivano a toccare più persone (Viola Graziosi sta sviluppando un progetto originale di teatro
per TikTok). Influencer all’insegna dell’empowerment femminile, molte ragazze hanno scelto proprio
i social – Facebook, Instagram, Twitter e TikTok – per esprimere le proprie idee e portare avanti le
battaglie contro la violenza domestica o la lotta al patriarcato. Il Teatro ha inoltre l’intento di
moltiplicare gli effetti virtuosi dei temi affrontati sulla scena, realizzando un laboratorio per i ragazzi e
le ragazze delle scuole secondarie di secondo grado, nel corso del quale con il supporto di un linguista
e di un rappresentante della Polizia di Stato – Compartimento Polizia delle Comunicazioni, si
cercheranno di individuare le insidie proprie dei dispositivi che maggiormente sono frequentati dagli
adolescenti, cercando di fornire loro una piccola “cassetta degli attrezzi” da cui attingere per
interpretare e affrontare con maggiore consapevolezza il mondo dei social e le sue trame.
fino al 26 novembre 2023
Circe
info e orari
ore 20.00
sabato 18 novembre ore 19.00
domenica 19 novembre ore 20.30
martedì 21 novembre ore 12.00
domenica 26 novembre ore 18.00
durata 60′
19 novembre 2023 maratona
Clitemnestra ore 17.30 durata 55′
Medea ore 19.00 durata 55′
Circe ore 20.30 durata 60′
di Luciano Violante
regia e scene Giuseppe Dipasquale
con Viola Graziosi
Produzione Teatro della Città
25 novembre 2023
Qualcosa di lei
di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi
con Viola Graziosi
Teatro Argentina ore 12.00
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale