Cultura Società

Praticanti di gentilezza, i nuovi Supereroi!

Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.
(Platone)

La gentilezza delle parole crea fiducia. La gentilezza dei pensieri crea profondità. La gentilezza del donare crea amore.

Domani, lunedì 13 novembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata della Gentilezza con l’obiettivo di promuovere il potere positivo di questa dote rivolta verso gli altri e verso se stessi. La data del 13 novembre è stata scelta perché ricorda il giorno d’inizio della conferenza del World Kindness Movement svoltasi a Tokyo nel 1997, che portò alla firma della Dichiarazione della Gentilezza.

L’ennesima giornata mondiale, triste, inutile, noiosa e riempitiva solo per il calendario da scrivania o da parete? Non proprio. Di gentilezza ne abbiamo davvero bisogno! Nel mondo contemporaneo devastato da guerre anacronistiche, permeato di personaggi pubblici che urlano e da insulti social gratuiti, pare che la gentilezza sia passata di moda tanto che chi è gentile appare addirittura una persona noiosa e fragile, debole e remissiva.  Al contrario la gentilezza può renderci persino più forti e vincenti poiché smonta l’aggressività e la rabbia altrui, migliora le prestazioni sul lavoro e i rapporti sociali. La gentilezza è un valore indispensabile per la vita in comunità perché un atto cortese fa bene a chi lo riceve e all’intera società tanto che viene considerata da diversi studiosi una dote così contagiosa da scatenare l’emulazione stimolata dall’attivazione dei neuroni specchio che sono alla base dell’empatia. La gentilezza ha due facce: la prima è la buona educazione formale ossia l’avere buone maniere; la seconda comporta essere persone accoglienti, generose, cortesi, e fa bene non solo a chi lo riceve ma anche a chi lo compie.

Quindi per la gentilezza abbiamo scomodato persino la Scienza che ci evidenzia quattro buoni motivi per cui vale la pena essere gentili:essere cortesi e ben disposti verso il prossimo fa bene al cuore tanto che le probabilità di ictus e infarto aumentano in coloro che hanno un temperamento aggressivo. La gentilezza può risolvere al meglio le liti, anche quelle che possono diventare violente, perché ha un effetto spiazzante. Applicare la gentilezza è una strategia vincente anche sul lavoro e dà ottimi risultati anche nel lavoro di gruppo e infine insegnare ai bambini e ai ragazzi la gentilezza fa bene a loro stessi e anche alla comunità scolastica prevenendo episodi di bullismo.

La gentilezza è più di un pensiero, è una forma mentale. Vuol dire uscire da se stessi, dall’ individualismo quotidiano e aprire la mente al resto del mondo, vuol dire accogliere gli altri,  gli esseri umani e i concetti, gli  animali, gli alberi e le idee. Vuol dire tolleranza ed empatia, accettazione della differenza.

La gentilezza diventa barriera contro presunzione e arroganza, trincea contro solitudine e paura, ostacolo all’alienazione.

Sarà per queste ragioni che ad essere gentili succede di sentirsi col cuore a posto, fiduciosi e con l’animo pieno di soddisfazione. A chi riceve gentilezza capita di conquistare uno sguardo più sereno, supereroi in un mondo complicato!