Dopo anni di concerti in piano solo, e di forzata solitudine musical-pandemica, il pianista e compositore napoletano suonerà con un sorprendente trio col quale rivisiterà i brani del suo repertorio; Gli ingredienti del concerto passano tra i “classici” del suo repertorio come “Guapparia 2000”, “lo swing del giornalaio”, “embè”, “listinto dell emigrante”(presentato in tv a due pianoforti con Stefano Bollani , su rai 3 , in “via dei Mattin.0), fino ad un omaggio approfondito a Renato Carosone e Paolo Conte; oltre alle sorprese che in genere accadono sempre nei suoi concerti, questa volta, con la complicità dei “complici”, le sorprese saranno sia per i musicisti sul palco, attraverso l’improvvisazione, e sia per il pubblico in sala.
Le storie e le canzoni che danno forma a questo concerto sono tutte espressione di pura invenzione e creatività, da sempre suonata e composta sulla tastiera di un pianoforte. Reale è invece l’amore che Lorenzo Hengeller esprime per questo strumento e per i grandi musicisti che l’hanno esaltato nel corso degli anni. Il tutto passa sotto la lente della leggerezza. Si gioca ma non si scherza! Il pianoforte obbliga da sempre il pianista a guardarlo con cura e devozione tutti i giorni e lui in cambio dona libertà: libertà di creare quello che è il sentire del momento, anche storico, in cui si fa un concerto.
Un concerto che è uno svago, una divagazione, un esercizio di vitalità. Hengeller riversa sul palco la consueta verve che l’ha fatto conoscere al grande pubblico, anche televisivo, come uno dei musicisti italiani più coinvolgenti e comunicativi, continuando a meravigliare con la sua sottile ironia, che fa comparire d’incanto anche dove sembra più difficile immaginare di trovarla.
Questo concerto nasce dallo Stupore e dalla voglia di raccontarlo… Mi stupisce sempre la sapienza della “leggerezza” delle note di Kramer e dei suoi baffi sorridenti..Mi stupisce ancora la grandezza di Carosone che, in un film, suona un pianoforte con sopra adagiato il servizio buono da caffè (…)! Mi stupisce ancora sentire le canzoni jazz di Luttazzi e dei Cetra piene di swing e mi stupisce oggi sentire dischi di jazz senza nemmeno un po’ di swing…! Da tutti ho imparato che il solo modo più attuale di fare jazz è: “Usarlo!” Tutti i brani dello spettacolo, inediti e non, sono il risultato di questo stupore, non di impressioni momentanee sorte dal nulla. Insomma, lo stupore vero, quello fatto di memoria, non di novità. Lorenzo Hengeller
L’artista proseguirà la sua tournee con il concerto in piano solo dal 29 dicembre al 1 gennaio ad Orvieto per L’Umbria Jazz winter