Un giorno poi ti svegli…e ti accorgi che quanto avevi pensato lontano da te accade proprio nelle vicinanze di casa tua, accade in prossimità della scuola in cui insegni, accade a una giovanissima donna che non conoscevi, ma che puoi aver incontrato mille volte sulla tua strada!
La notizia dell’ennesimo femminicidio compiuto ai danni di Sofia Castelli ha scosso profondamente la mia anima e quella della comunità di Cologno Monzese, comune dell’hinterland milanese che conta circa cinquantamila abitanti.
Sofia era una bellissima ragazza ventenne, studentessa universitaria e lavoratrice che, con ogni probabilità, stava ponendo le basi del suo futuro, che progettava e pensava, che viveva la leggerezza della sua età, che aveva scientemente scelto solo poche settimane fa, come riportano le cronache di questi giorni, di porre fine ad una “relazione malata” esasperata da una deviazione di mascolinità tossica.
Molti assassini di donne da parte di mariti, amanti, padri, fidanzati, conoscenti e sconosciuti non sono il prodotto di una devianza inspiegabile: sono femminicidi, la forma più estrema di terrorismo di genere, motivati, anzi immotivati, da odio, gelosia, disprezzo, piacere o un senso di proprietà delle donne che è ormai fuori dal tempo.
Il femminicidio include l’assassinio per mutilazione, per stupro e tutte le forme di aggressione che finiscono in un omicidio: dal martirio delle streghe nell’Europa Occidentale alle spose-vedove in India, per arrivare ai “crimini d’onore” perpetrati in alcuni paesi dell’America Latina e del Medio Oriente e dell’Africa, dove, le donne, che si ipotizza abbiano perso la loro verginità, vengono assassinate dai loro parenti maschi.
Alla base di queste devianze la nostra società mette in mostra da un lato il comportamento di dominazione e controllo maschile che sfocia troppo spesso in femminicidio e, dall’altro, le forme di disagio che si nascondono nelle personalità degli appartenenti alle giovani generazioni.
La tendenza di persone sempre più giovani verso queste forme di violenza e aggressione deve farci riflettere come comunità di genitori, insegnanti e adulti in genere sul nostro ruolo di educatori di sentimenti.
L’AMORE comprende la sofferenza e la capacità di accettare un rifiuto, la capacità di allontanarsi per il bene dell’altro, la capacità di mantenere un personale equilibrio e non esasperare le situazioni che ci circondano contenendo primordiali deleteri istinti.
L’AMORE è una nuova forma di cultura da insegnare in una società multiculturale che sempre più spesso “soffre” nel tentativo di portare a connubio imprinting differenti ancora radicati soprattutto in tema di parità di genere.
È quindi necessario sottolineare la matrice omicida dei femminicidi proprio per togliere quel velo che ancora oscura la simbiosi tra i due termini ove vi fosse incertezza nella pena da infliggere.
Sofia meritava di vivere e crescere, realizzare sogni e desideri, rendere ancora felici famiglia e amici, ridere e sorridere dei guai che le sarebbero occorsi nella vita!
Nessuno di noi può decidere di far terminare la vita altrui in modo così barbaro e vigliacco!
Da persona che pratica la gentilezza spero di aver incrociato almeno una volta il tuo sguardo e che i nostri occhi si siano scambiati un sorriso! Sono certa che il tuo sorriso e i tuoi occhi ora illuminino e siano illuminati dall’amore più puro che esista!
Ciao Sofia!