Settantacinque anni fa, il 10 dicembre 1948, dopo due conflitti mondiali che, in pochi anni, avevano causato decine di milioni di morti, devastazioni e distruzioni, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva e proclama la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Nel preambolo si afferma che il “Riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”. Nei trenta articoli si ribadisce con forza la fede nei valori universali di libertà, solidarietà, rispetto, giustizia, uguaglianza, principi che sono, o dovrebbero essere, conditio sine qua non di ogni società che si definisca civile; principi che, ancora oggi, risultano essere pericolosamente latitanti anche presso quelle società sedicenti civili. Odio, discriminazioni, violenza fisica e verbale, intolleranza, razzismo caratterizzano a tal punto la nostra quotidianità, da aver ingenerato assuefazione, accettazione, rassegnazione. Da ciò deriva la necessità impellente che la cultura e l’educazione vadano a sopperire alla carenza di senso civico e spirito di fratellanza.
Il 10 maggio del 2016 è stata istituita, all’interno della Camera dei Deputati, una commissione, con il fine di condurre attività di studio e di ricerca sui temi dell’intolleranza, della xenofobia, del razzismo. La commissione è stata intitolata a Jo Cox, deputata laburista britannica, fervente europeista, assassinata brutalmente, con colpi di arma da fuoco e pugnalate, dal neonazista Thomas Mair.
Il 30 ottobre del 2019 il Senato ha approvato, con 151 voti favorevoli e l’astensione di 98 senatori di Lega, FI e FdI, la mozione per la costituzione di una commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di “intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza verso persone o gruppi sociali in base all’etnia, alla religione o all’orientamento sessuale, condizioni fisiche o psichiche particolari”. La Commissione ha accolto e proseguito l’eredità della “Jo Cox” ed è stata presieduta dalla Senatrice Liliana Segre. Il 9 maggio del 2023 la Senatrice è stata rieletta, questa volta all’unanimità, Presidente della Commissione. Una fortissima valenza assumono l’elezione e la conferma di Liliana Segre, la quale, a soli otto anni, ha cominciato a sperimentare su di sé l’odio, il disprezzo, la discriminazione, il rifiuto instillati nell’animo italiano anche dalle ignominiose Leggi razziali. La discesa agli inferi del lager di Auschwitz, la perdita dell’adorato padre, la marcia della morte, colpevole solo di essere nata. Il tristissimo ritorno, la ricostruzione di sé, l’incessante solerzia contro l’indifferenza, perché la memoria di quell’abominio che è stata la Shoah rimanga impressa nelle menti umane. La scelta di essere libera attraverso il rifiuto categorico dell’odio e della vendetta, più che umanamente giustificabili. La vita e l’opera di Liliana Segre si configurano come un monito per ciascuno di noi: urge una continua sorveglianza per sconfiggere quella che Hannah Arendt chiamava “la banalità del male”, che può celarsi anche dietro parole, atteggiamenti, comportamenti apparentemente innocui.
La vigilanza, il controllo, l’intervento su tutti quei fenomeni che possono istigare o sfociare apertamente in episodi di odio e violenza si rende imprescindibile, ha ribadito la Senatrice, fin dalla più tenera età. Come disse Nelson Mandela “Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione, o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e, se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l’amore, per il cuore umano è più naturale dell’odio.