Quale che sia la posizione nella quale ci si confronta, qualcosa rimane di noi negli altri e degli altri in noi. Aldo Moro
Ero una bambina quando Aldo Moro fu rapito dalle Brigate Rosse e ucciso dopo 55 giorni di prigionia.
Era il 9 maggio del 1978. Sono passati 45 anni ed io ricordo ancora il volto preoccupato del mio papà che provava a spiegare a due bambine gli anni più duri del terrorismo in Italia. C’era poco da spiegare.
Le immagini in televisione raccontavano di un uomo perbene, di un uomo con il volto buono, un uomo colto e preparato che aveva vissuto la seconda Guerra Mondiale e aveva attivamente partecipato alla Costituente per costruire un paese, l’Italia, fondato sulla pace e sulla democrazia.
Con il passare del tempo ho compreso quanto quelle mie fanciullesche percezioni potessero corrispondere a verità. Aldo Moro superò concezioni politiche passate per aprirsi a nuovi scenari, pur incontrando non pochi ostacoli e difficoltà. Diede vita alla stagione del dialogo, cercò di riportare in ogni uomo il senso dei valori fondamentali dello Stato, per ricucire una rete di rapporti tra le persone, per risanare i contrasti tra il popolo e le diverse forze politiche, per instaurare la pace sociale.
Fu il creatore di una forma di comunicazione viva, vicina e comprensibile alle persone e soprattutto seppe tessere una trama di rapporti, seppe unire voci diverse, diverse coscienze sociali. Analizzò la trasformazione dell’uomo e legò tra loro voci che per anni avevano dissentito o forse meglio, non compreso, i diversi linguaggi che si affiancano e si scontrano senza capirsi.
Proprio in questa prospettiva, Aldo Moro, in qualità di ministro dell’Istruzione, ha lasciato come eredità, nella scuola italiana, l’introduzione dell’ora di Educazione civica. Accanto alle mere nozioni è importante sviluppare, formare e far crescere personalità capaci di umanità e responsabilità sociale, consapevoli del bisogno di trasmettere il valore della libertà e della democrazia, l’attenzione e la cura per sé stessi e per gli altri, la semplicità e la meraviglia di una educazione comunitaria capace di agire nella storia, di accogliere valori autentici, di sviluppare il senso critico, di raggiungere la conoscenza di ciò che è vero, bello, buono.
“Lo Stato democratico, lo Stato del valore umano, lo Stato fondato sul prestigio di ogni uomo e che garantisce il prestigio di ogni uomo, è uno Stato nel quale ogni azione è sottratta all’arbitrio ed alla prepotenza, in cui ogni sfera di interesse e di potere obbedisce ad una rigida delimitazione di giustizia, ad un criterio obiettivo e per sua natura liberatore; è uno Stato in cui lo stesso potere pubblico ha la forma, la misura e il limite della legge, e la legge, come disposizione generale, è un atto di chiarezza, è un’assunzione di responsabilità, è un impegno generale ed uguale.”
Secondo Aldo Moro sarà proprio la chiarezza della legge che salverà il mondo dalla sua intrinseca degenerazione.
E – infine – Aldo Moro ci ricorda come i confini geografici del nostro continente comprendano spazi che vanno al di là delle nostre “chiusure mentali” e che richiamano ai temi dell’accoglienza.
“Nessuno è chiamato a scegliere tra l’essere in Europa e nel Mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel Mediterraneo.” Per formare e crescere cittadini consapevoli oltre i confini. Cittadini europei.